lunedì 29 settembre 2014

(Video) C'è solo l'Inter per Reggio Emilia 23 09 2014


100 miglia di Berlino 2014 : Il giro del Muro che non esiste più.

Pagina facebook : Trail Ultra Italia.
Enrico Vedilei:
Messaggio da Berlino da parte di Antonio Tallarita e dedicato a Ciro Di Palma,con preghiera di pubblicarlo.
“Grazie Ciro... Senza di te sarebbe stata la mia Waterloo. Segno di grande amicizia e rispetto. L’allievo che per ottanta chilometri “coccola” il maestro e lo aiuta ad essere grande,sacrificando un risultato internazionale che sarebbe stato di rilievo. Ringrazio anche Andrea Boni Sforza per aver fatto da assistenza e aiuto morale con una bici noleggiata a Berlino. Che squadra,complimenti a tutti. “
Io la mia gara l’ho vinta così...
L’anno scorso, un carissimo amico, di ritorno da Berlino, mi parlò di una gara podistica a cui aveva partecipato  che si sviluppava lungo quella che una volta vedeva la presenza di uno dei più grandi scempi dell’umanità,l’aberrante muro di Berlino. Lo fece con tanta passione e con dovizia di particolari che m’incuriosì molto. Trascorse qualche giorno,feci delle verifiche e, complice il fatto di non essere mai stato nella città teutonica,mi venne il pensiero  che una capatina al di la delle Alpi la potevo anche fare. Parte il progetto. Chiamo Andrea,il mio accompagnatore  in questo genere di manifestazioni e nel giro di qualche minuto anche lui viene rapito da questa nuova avventura. “Anzi,sai cosa ti dico? Ti seguirò in bici lungo tutti i centosessantuno chilometri del percorso...” . Bingoooooooooo !!!  E’ dicembre,nel giro di qualche giorno avremmo già formalizzato l’iscrizione alla gara, prenotato l’albergo e preso  i biglietti aerei; la gara sarà ad agosto e nelle intenzioni dovrebbe essere una vacanza sportiva. Mancano otto mesi,il tempo c’è ed inizierò a prepararla più avanti. Nel frattempo il maestro Tallarita ,mio mentore, una sera mi dice:” Quasi,quasi vengo anch’io...” .Passerà qualche settimana e anche il suo nome sarà nella lista dei partenti. A questo punto però cambiano alcune cose. Ho conseguito dei buoni risultati  nella prima parte dell’anno e quella che doveva essere una gita di piacere diventa,naturalmente dopo una consultazione tra di noi: “ A Berlino non andremo in vacanza ma per fare la gara,magari correndo insieme ed il tempo finale dovrà essere intorno alle sedici ore “. E’ una prospettiva che mi stimola tantissimo e ,in ottica gare da ventiquattro ore, sarà sicuramente propedeutica verso buoni risultati. E’ primavera. Inizio a contattare persone che hanno partecipato a questa gara nel 2013 ,atleti e accompagnatori. Ascolto attentamente i loro resoconti,i loro consigli e prendo appunti. Un particolare però mi colpisce in maniera fulminea,tutti finiscono la loro cronaca così: “ Fai attenzione,si sbaglia facilmente strada lungo il percorso”.  Quest’ultimo dettaglio un pò d’apprensione addosso me la metterà ma, dopo il briefing della vigilia e le prime segnalazioni appena dopo lo start, si dissolverà. Effettivamente, alla fine posso affermare che è difficile sbagliare e se dovesse succedere la colpa sarebbe dell’atleta non attento. Noi in gara saremo disattenti e faremo un paio di chilometri in più. E’ maggio. Dalla Germania gli Organizzatori ci fanno sentire la loro vicinanza attraverso mail con indicazioni e consigli molto utili, poi un pensiero graditissimo e gentile ci arriva via posta;una cartolina con il percorso con sul retro i saluti scritti di pugno e non stampati da parte del Presidente del Comitato Organizzatore. Gli allenamenti si susseguono ed arriva anche il giorno della partenza. Bologna – Berlino ,è un attimo .Arriviamo in Germania,prendiamo un taxi e in meno di mezz’ora siamo in albergo, in pieno centro nei pressi di Alexander Platz. Lungo tutto il tragitto,riesco a percepire ciò che è stata Berlino negli anni passati ed un brivido freddo mi sale lungo la schiena. E’ pomeriggio,facciamo una passeggiata per prendere contatto con questa nuova realtà. Torniamo in albergo,ceniamo e poi subito a letto. La mattina seguente  è tutta dedicata alla conoscenza della città; muniti di una guida cartacea la giriamo in lungo e in largo toccando vari punti interessanti e di rilevanza storica. Anche questa giornata trascorre serena perché è nella mia mentalità pensare alla gara dal giorno prima,senza stressare me e la squadra. E’ venerdì, vigilia della Cento miglia di Berlino. Colazione,giro in centro con gli amici romani  anche loro della contesa e poi ritiro pettorali , briefing e pranzo con gli Organizzatori. Tutto perfetto,anche se la riunione è un po’ lungo però c’è anche da dire che viene fatta in tre lingue :Tedesco,inglese e italiano. Dopo aver rispettato il cerimoniale, l’unico problema nostro rimane il noleggio della bicicletta. Gli orari per l’affitto sono dalle 08.00 alle 23:00 e le bici sono del tipo da città,senza cambio e con selle dure... Andrea dice di non preoccuparci,penserà a tutto lui l’indomani mattina e  ci raggiungerà strada facendo perché ha il tracciato sulla cartina e conosce quelle che saranno le nostre andature. Il pomeriggio vola via in un attimo,arriva sera,preparo tutto l’occorrente per la gara e vado a letto abbastanza alla svelta. Sveglia molto prima dell’alba,colazione prestissimo e poi con ancora il buio che avvolge la città,un pullman dell’Organizzazione ci porta al campo sportivo dove da li a breve ci sarà la partenza. Ritiro chip veloce, le solite e immancabili foto con gli amici e poi, avendo a disposizione ancora mezz’ora,mi metto in un angolo seduto,rilassato e m’addormento un po’. Manca pochissimo ormai,raggiungiamo la pista d’atletica ed inizia il conto alla rovescia... Si parte. Io e Tallarita abbiamo deciso di fare gara insieme e siamo affiancati da subito. In lontananza vediamo un giapponese che parte sparato ed esce dal campo molto prima degli altri,avrà poi dei problemi ma comunque arriverà al traguardo nelle prime posizioni. Si corre in una Berlino che ancora dorme,in strada pochissime persone e poi noi,questo torpedone umano che vaga per la città. Facciamo un bel giro,andando a toccare molti monumenti significativi della città. Un particolare simpatico è che ai semafori,da regolamento,se troviamo il rosso per i pedoni ci dobbiamo fermare anche se non passa nessuno,pena la squalifica, per questo quasi sempre ci ricompatteremo in vicinanza dei segnalatori.  Passiamo ad un ristoro e ci consegnano una rosa facendocela appoggiare nel luogo dove fu ammazzato Peter Fechter,persona a cui è dedicata la manifestazione;un gesto molto toccante e da li a poco il marciapiede sarà ricoperto da un mare di fiori. Dopo qualche chilometro ci avviamo verso la periferia e costeggiamo per quasi un chilometro e mezzo quello che è rimasto del famoso e famigerato muro,adesso, ricoperto da splendidi murales,da qui in poi inizierà a cambiare anche l’architettura della città. Si passerà in quella che una volta era Berlino est. Palazzi senza balconi e solo con finestre, tutto somiglia a un immenso casermone in cui domina il colore grigio. Sulla pista pedonale dove corriamo e talvolta sui marciapiedi una diversa colorazione o una differente collocazione dei sanpietrini ci indicherà che li c’era stato il muro e noi ne staremo seguendo il percorso. Cambiano anche gli scenari,si passa dal costeggiare il fiume,alla campagna,dall’asfalto,allo sterrato,dalla città al bosco .Tutto molto bello. Noi proseguiamo in modo regolare e con leggero vantaggio sulla tabella di marcia. Ci fermiamo a tutti i ristori e ripartiamo. Problemi sembrano non essere presenti. I primi sessanta chilometri trascorrono chiacchierando e scambiandoci opinioni. In un arco temporale di circa tre,quattro minuti ci sono gli atleti che occupano dalla quinta alla tredicesima posizione e noi siamo li. Arriviamo ad un incrocio e stiamo correndo al fianco della ciclabile dove dovremmo essere,non vediamo l’indicazione che mostra la direzione e sbagliamo strada. Dopo circa trecento metri accorgendoci dell’assenza, dopo il bivio ,della segnalazione di conferma iniziamo ad avere il dubbio d’aver sbagliato. C’è Andrea davanti con la bici e se ci fosse qualcosa di errato se ne sarebbe accorto. Proseguiamo,correremo altri settecento metri e il nostro aiutante venendoci incontro ci dirà che abbiamo preso una direzione non giusta. Torneremo dietro ed effettivamente all’incrocio di prima  non essendo stati attenti avremmo commesso un errore. Poco male,alla fine faremo solo due chilometri in più. Fino a questo punto Antonio ha fatto l’andatura,m’ha dato molti consigli sulla gestione del fisico e delle gare,mi ha spiegato tante cose ,per me, è come se fossi andato a scuola ,in più mi dava anche  le caramelle come si fa ai bambini.Verso il settantesimo chilometro però lo vedo in leggera difficoltà,mi dice che ha problemi ai metatarsi,stringe i denti ma credo che entri in una spirale negativa. Proseguiamo e arrivati al ristoro dell’ottantesimo circa, mi dice :”Vai Cirinho,non compromettere una gara internazionale,puoi arrivare tra il terzo e il quinto posto. Lasciami qui.”. Non lo ascolto neanche,facciamo una sosta più lunga,si bagna la testa,prende fiato,mangiamo qualcosa e ripartiamo. Io sono con lui. Arriviamo ad un altro ristoro e il Maestro non vedendo un piccolo scalino,cade rovinosamente. Lo aiuto a rialzarsi e si prosegue. Cerco di tirargli su il morale ma vedo che soffre di dolori allucinanti. Mi ripete :”Vai,vai...” ma io arrivato ad un certo punto gli rispondo:” Antonio,tutti sanno che avremmo fatto la gara insieme,così sarà e lo sarebbe stato a prescindere. In una corsa uniti, Antonio Tallarita non può e non deve arrivare dopo Cirinho è una questione di rispetto nei tuoi confronti e poi io non lascio un amico in difficoltà. Ci saranno altre gare e se non ce ne dovessero essere,pazienza. Quindi andiamo avanti e ti prometto che non farò parola con nessuno di tutto ciò !!!  “ . Il cielo plumbeo inizia ad annerirsi ed un primo acquazzone ci prende senza darci scampo. Tallarita mette qualcosa per ripararsi dall’acqua ed io niente continuo imperterrito. Vedo Andrea che ci anticipa in bici tutto bagnato e con addosso solo uno smanicato antivento catarifrangente. Che grande amico, mai una lamentela,sempre pronto a farci coraggio ed a chiederci cosa volessimo al prossimo ristoro in modo da farcelo trovare pronto. Ormai inizia a calare la sera,le ombre si allungano ed anche la stanchezza inizia a farsi sentire. Il nostro uomo in bike in questo momento s’accorge che il faro non funziona ed è un bel guaio. Gli do la mia lampada frontale in modo che  la possa utilizzare precedendoci ed io sfrutto i led del mio cappellino e la vicinanza di Tallarita munito di luce. La segnaletica del percorso sui pali è perfetta e si vede benissimo nonostante consti di piccole frecce ma fluorescenti. Nel buio grido io la direzione essendo quasi sempre un passo più avanti. Siamo al centoventesimo chilometro e nonostante tutto abbiamo ancora un leggerissimo vantaggio sulla tabella di marcia. Un altro acquazzone ci coglie di sorpresa,siamo in aperta campagna e c’è anche un po’ freddo ma io continuo con lo stesso abbigliamento della partenza. Stiamo correndo su dei lastroni di cemento ed all’improvviso Antonio inciampa tra due di essi. Sbraita,si alza come una molla e continua. Iniziamo a rallentare paurosamente ma ormai manca una maratona,”Cosa vuoi che sia una maratona”,mi ripete il siciliano. E’ buio pesto, siamo in un bosco. All’improvviso un urlo ed un tonfo... “E’ caduto il Maestro” ,strillo ad Andrea. Ci fermiamo gli chiediamo se ha qualche problema ma lui sembra voglia rimanere li ma,dopo qualche attimo, riprende.  Arriviamo al centoquarantesimo chilometro ed abbiamo otto minuti di ritardo sulla nostra traccia,manca una mezza maratona. Ormai come obiettivo  abbiamo quello di stare sotto le diciassette ore. Il nostro “timoniere” ci aggiorna sulla situazione indicandoci tutti i passaggi chilometrici e la distanza dal finish line.Per l’ultima  volta,Antonio mi dirà d’andare ma gli farò presente, per farlo contento, che neanche se volessi potrei, essendo senza luce. Entriamo in città le luci della sera s’avviluppano, m’avvicino al mio compagno di gara e gli chiedo se gli fa piacere che Andrea c’anticipi al traguardo,posi la bici e faccia il giro di pista che ci separera’ dal traguardo insieme a noi. “Sei impazzito ? Deve farlo !!!  E’ stato eccezionale.” Chiamo il nostro scudiero ma forse sarebbe meglio definirlo angelo custode e gli dico quello che abbiamo deciso. Lui è contentissimo. Proseguiamo fino a tremila metri dal traguardo,ci fermiamo un attimo diamo quello che non serve alla “bici d’appoggio” e la facciamo andare al traguardo. Ci siamo,usciamo da un ultimo tratto di bosco e c’è lo stadio con al suo fianco il complesso sportivo dove dobbiamo arrivare. Preso dall’euforia non vedo l’ultima segnalazione e proseguo dritto. Una voce da dietro,è Antonio questa volta è lui che mi urla di fermarmi perchè c’è da voltare a sinistra. Mancano duecento metri alla pista e Andrea ci sta aspettando. “Ragazzi andate,è la vostra corsa. Io non ho fatto niente”,ci ripete più di una volta. Lo prendiamo con noi e non lo ascoltiamo. Tallarita urla qualcosa alla moglie emozionata che ci sta aspettando. Faccio l’andatura e dico di forzare un po’.Arriveremo al traguardo in dodicesima posizione col tempo di 16h59’ e così anche la cento miglia di Berlino è in archivio.
Foto di rito ed abbracci. Andrea come se nulla fosse accaduto,come se non avesse fatto duecento chilometri su una bici sgangherata e mai avesse preso due acquazzoni, si defila,prende il mezzo, percorre altri tre chilometri e lo riporta al noleggiatore. Mi aspetterà poi in albergo. Un grande lavoro quello di questa persona,senza di lui sarebbe stato molto più difficile in quanto è impossibile,dato il tracciato, farsi seguire in auto. Siamo ormai al caldo degli spogliatoi,Antonio è seduto e molto provato,la moglie gli sta vicino e lo accudisce. Andiamo a far la doccia,poi il tempo di fare i massaggi e di mangiarmi cinque panini e ritorneremo in albergo. Riposo un pò e al mattino una ricca colazione mi ritempra per uno nuovo giro dalla città e per la premiazione.
In serata controllando un po’ fecebook,leggo...
Pagina facebook : Trail Ultra Italia.
Enrico Vedilei:
Messaggio da Berlino da parte di Antonio Tallarita e dedicato a Ciro Di Palma,con preghiera di pubblicarlo.
“Grazie Ciro... Senza di te sarebbe stata la mia Waterloo. Segno di grande amicizia e rispetto. L’allievo che per ottanta chilometri “coccola” il maestro e lo aiuta ad essere grande,sacrificando un risultato internazionale che sarebbe stato di rilievo. Ringrazio anche Andrea Boni Sforza per aver fatto da assistenza e aiuto morale con una bici noleggiata a Berlino. Che squadra,complimenti a tutti. “
Io la mia gara l’ho vinta così...

Concludo ringraziando:
 Gli Organizzatori,gentilissimi;
Federico Borlenghi,Vito Intini ,Chiara Pitzalis e Vincenzo Tarascio per i loro consigli sulla gara,preziosissimi;
Andrea Boni Sforza, il nostro “angelo custode”, ineguagliabile;
Antonio e Gabriella Tallarita,ormai mi hanno adottato, fantastici.
Tutti gli amici italiani che hanno corso questa edizione della gara,arrivati o no al traguardo, che banda di matti !!!


Voi, se volete fare un giro in una città particolare del centro Europa e volete correre una bella gara,organizzata anche bene, pensate ad  un week-end lungo a Berlino,credetemi ne vale la pena e i costi non sono eccessivi,anzi.