mercoledì 1 settembre 2010
“Dagli aironi alle aquile"... Una passeggiata lunga 112,3 km.
“Dagli aironi alle aquile” potrebbe sembrare un romanzo uscito alla penna “avventuriera” dello scrittore Wilbur Smith, in realtà è una particolare corsa podistica a staffetta che collega,come dicono i reggiani,”la bassa all’appennino”.Questa kermesse voluta da Giuliano Mainini,presidente della podistica Biasola,con la collaborazione della Uisp intende appunto unire simbolicamente l’estremità della provincia di Reggio Emilia da nord a sud,lungo il percorso (di ritorno) che i “montanari”,verso la metà del secolo scorso,compivano dopo essere venuti giù a piedi con i loro animali carichi di castagne da scambiare con frumento e sabbia,quest’ultima utile alla costruzione delle loro abitazioni.Quest’anno,rispondendo all’invito del grande Antonio Tallarita,nazionale della ventiquattr’ore ed unico ad averla corsa interamente,ho aderito,d’apprima con qualche remora poi con entusiasmo crescente, a questa manifestazione che vedeva tra i partenti anche altri atleti di livello mondiale nell’ambito dell’ultramaratona.Gente che non ha bisogno di presentazione però è giusto,doveroso e rispettoso nominare: Andrea Accorsi,tra l’altro ottimo scrittore,vincitore circa venti giorni fa di una ventiquattr’ore in Germania;Monica Barchetti,nazionale della cento chilometri,che sta rientrando da un infortunio e che aveva bisogno di mettere chilometri nelle gambe;Enrico Vedilei,ex nazionale,anche lui un “personaggio” niente male con le sue oltre trecento gare “ultra” nelle gambe;Antonio Tallarita,nazionale della ventiquattr’ore,pluridecorato agli ultimi mondiali ed europei dove ha pure migliorato il suo personale sulla distanza.I miei dubbi sulla partecipazione a questa corsa erano dovuti al fatto che poteva lasciare dei residui non facilmente assorbibili nella mente e nelle gambe in vista di una gara di duecentoquarantasei chilometri che affronterò tra meno di un mese.Dubbi poi fugati dall’aver parlato col mio allenatore,con Tallarita e Vedilei che hanno molta più esperienza di me ed in più hanno già corso quella manifestazione alla quale parteciperò.Alla fine mi sono convinto che correre in gruppo ad un’andatura non tanto veloce per i miei canoni ma giusta per la Spartathlon poteva essere un buon test.La particolarità dell’orario di partenza ,le 00.00,ha poi alimentato la curiosità ed aumentato il fascino di questa traversata.Prendere il via a notte fonda ,attraversare i vari paesi mentre tutti dormono,veder sorgere il sole alle spalle della Pietra di Bismantova,citata anche da Dante in uno dei suoi più famosi scritti ,è un’atmosfera molto coinvolgente.L’avventura parte nel pomeriggio di venerdì a casa di Tallarita dove gli ultramaratoneti si radunano e da dove un pullmino del organizzazione ci viene a prendere per portarci in piazza Bentivoglio a Gualtieri.Serata all’insegna del buon umore e con un ottimo pasta party. Si scattano un pò di foto con l’Assessore e qualche ripresa per la tv locale a cura di Pietro Margini al quale va un grazie particolare per il suo lavoro sempre preciso e professionale.Lo stesso Margini ci accompagnerà lungo tutto il tragitto sempre pronto dietro ad una curva,sopra un muretto,appostato dietro un dosso ad immortalare con la sua telecamera i momenti salienti della corsa,i nostri visi stanchi e le nostre smorfie.Verso le ventitré e quindici si parte alla volta di Lido Po,località che vedrà lo start della gara,lì tra belle donne che si recano nei locali notturni e le zanzare che ci mangiano vivi iniziamo i soliti riti pre-gara e riempiamo la beuta d’acqua del Po che poi all’arrivo al Cerreto avremmo vuotato nel lago.Scocca la mezzanotte,al buio vede la luce un nuovo giorno ricco di energia e carico di speranza.Parte la staffetta.Tutti in gruppo,compatti in direzione di Reggio Emilia; c’è molta allegria,si ride alle barzellette dell’amico Fabio (l’altro atleta che correrà l’intero percorso) e si chiacchiera di tutto… La notte è lunga. I primi ristori si susseguono,le prime ore passano velocemente e del gruppo della partenza già qualcuno sale sui pullmini per poi ritornare in gara dopo qualche chilometro o qualche ora.Stiamo per arrivare nel capoluogo emiliano quando mi si stacca una lentina a contatto,mi fermo all’ambulanza,la rimetto su e recupero il terreno perso rispetto agli altri.Si arriva in piazza Tricolore,in pieno centro città,facciamo il giro intorno alla nuova e spettacolare fontana che con i suoi giochi d’acqua colorata dalle luci rende la notte meno cupa.Di corsa dal centro si arriva a piazza Prampolini,dove ha sede il comune della Città del Tricolore.Qui un uomo steso a terra accanto alla sua bici con gli occhi sbarrati è immerso nel suo mondo,chissà a cosa pensa… Usciamo dal cuore della città e ci portiamo verso la periferia.Rivalta,Puianello,Vezzano sul Crostolo.Mi accorgo che non c’è più l’amico Enrico,purtroppo si è dovuto ritirare a causa della forte umidità e ciò mi è dispiaciuto veramente.Gli incontri con dei personaggi strani continuano,tre giovani in strada al nostro passare si spogliano restando in mutande e scalzi corrono circa trecento metri insieme a noi con le loro amiche che sorridono fotografando e riprendendo il tutto….Mah???!!! La strada che dall’uscita della città era in leggera salita inizia a diventare più dura.Mi avvolgo nelle mie cuffie, ascolto la mia musica e canto le mie canzoni magari dando pure fastidio a qualcuno .Buio e silenzio avvolgono le strade,quelle stesse vie che quando le percorro in macchina alla luce del giorno sembrano avere un altro vestito,sembrano dirmi altre cose,sembrano non finire più.Passano i chilometri,gli atleti si avvicendano in gara ,resistiamo ancora in cinque che han corso tutti i chilometri. Monica decide di fermarsi un pò,è giusto così,rientrerà più tardi per correre la parte più dura del percorso e sarà un vero piacere vederla inerpicarsi molto bene su quei tornanti… STA RITORNANDO PIU’ FORTE DI PRIMA.La notte ormai sta per lasciare spazio alle prime luci dell’alba.Si arriva a Casina,le salite diventano molto “aspre” per la pendenza ,per la lunghezza ed anche per il numero di chilometri già corsi.Andrea a questo punto decide di fermarsi un attimo’,riprenderà anche lui con la parte più difficile del tracciato.Un paio di volte ho la tentazione di fermarmi per poi riprendere più tardi ma gli amici mi fanno desistere dall’intento e così vado avanti.Ormai il sole è alto ed un altro bel personaggio incontriamo…Un ragazzo s’inginocchia davanti a noi con una birra in mano e ci urla”Ragazzi vi stimo tantissimo”,secondo me stimava di più la bottiglia che aveva in mano. Si ferma anche Antonio per un problema che lo affligge da tempo,anche lui rientrerà dopo con dei sandali al posto delle scarpe.Arriviamo ad un ristoro dal quale poi ripartiremo soli in quattro,la salita non finisce mai.Qui mi accorgo che l’appoggio del piede sinistro non è uguale a quello destro,qualcosa non va,cerco di capire se la causa possa essere la strada sconnessa,qualche muscolo “che se ne va per fatti suoi” oppure il bacino non più in asse.Stringo i denti ma non mollo,mi pongo un traguardo dietro ogni curva e poi finalmente da lontano il nuovo ristoro,lo raggiungo e bevo il mio bicchiere di te seguito da un altro d’acqua frizzante a differenza di Fabio che mangia di tutto compreso della pizza che si è portato da casa. Si riparte.Ormai siamo a Cervarezza,sono rientrati anche gli amici che prima si erano fermati,è di nuovo un bel gruppo;ancora un po’ ed eccoci a Busana… Soffrendo si arriva in centro a Collagna dove ci attende l’Autorità locale per uno scambio di saluti.Da qui in avanti c’è solo d’arrivare ai 1230 metri di Cerreto laghi.La strada,con i suoi tornanti che stringono la montagna in un abbraccio soffocante,sembra essere nostra nemica,insieme a Tallarita la corriamo lentamente senza mai camminare però.Giuliano Mainini che ha corso meno chilometri di noi e quindi più fresco rallenta spessissimo e si aggrega a noi ,c’incoraggia e ci da informazione sui ristori..una presenza veramente importante la sua a questo punto del percorso. Arriviamo ad un altro ristoro,gli altri atleti che sono fermi e gli addeti hanno ormai capito che io e Fabio siamo li a correrla tutta ci applaudono e c’incoraggiano.E’ tutto molto bello.Ripartiamo ed arriviamo all’ultimo pit stop…”Adesso si scollina”dice qualcuno,beh se scollinare significa fare altri due chilometri di salita e poi trecento metri di rettilineo allora abbiamo scollinato,però che strano scollinamento,ahahah.Mancano cento metri al traguardo,io e Fabio ci portiamo in testa al gruppo e superiamo la finish line felicissimi tra il tripudio generale ed in piazza si sente il mio urlo liberatorio.A questo punto prendo d’assalto il ristoro finale,bevo un pò e dopo qualche minuto mangio mezza crostata,della frutta e dei biscotti.Tra i tantissimi che mi fanno i complimenti,molti mi pongono una domanda:”Hai corso centododici chilometri e trecento metri senza mai mangiare,hai solo bevuto,come hai fatto?” Non mi sono dilungato troppo nella risposta gli ho semplicemente detto che è questione d’abitudine,in realtà dietro ci sono studi scientifici fatti e molto lunghi da spiegare.Mi sistemo un po’il look,rilascio un’interivista televisiva e poi subito al ristorante a pranzare tutti insieme.All’interno del locale ci viene consegnato un diploma con il percorso ed il numero dei chilometri fatti e qui io e l’amico Fabio ringraziamo tutti.Si termina con i saluti agli amici e si ritorna a casa con la consapevolezza di aver fatto un bell’allenamento e che il lavoro svolto fino a questo momento è perfetto nei tempi e nei modi e di ciò non posso che ringraziare il mio allenatore Vincenzino Esposito.Fisicamente ho terminato bene la gara,ho avuto modo di riprovare il gel che userò in Grecia e i Booster che sono veramente utili.Vorrei ricordare che gli organizzatori aderendo ad una proposta di Andrea Accorsi hanno devoluto parte del ricavato all’AISLA, Associazione Italiana Sclerosi laterale amiotrofica e questo è stato un gesto molto bello !!!
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Bel racconto come sempre Ciro, complimenti per la gara, aspettando il posTathlon
RispondiEliminaGrazie
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