La gara di Seregno è stata l’ultimo allenamento lungo e lento in vista della ventiquattr’ore di Fano che si correrà nella cittadina marchigiana nel secondo fine settimana di ottobre. Dalla gara brianzola cercavo delle risposte dal fisico e dalla “testa”, puntualmente avute,che sto,elaborando insieme ad altri dati. Volevo correre, in modo tranquillo, circa settanta chilometri ad andature crescenti ogni due ore e nonostante qualche inconveniente mi sono avvicinato molto a tutti e due gli obiettivi… I chilometri alla fine sono stati 69,355 e le andature sono andate in crescendo ma non nella proporzione e nella facilità che speravo, colpa di due grossi problemi che ho avuto, uno, proprio, dovuto alla sfortuna. Partiamo dall’inizio…Non è un sabato festivo per me, la sveglia suona alle tre e mezza ricordandomi che devo andare a lavorare. Verso le undici, il mio amico Andrea viene a prendermi e partiamo alla volta di Seregno. Durante il viaggio verso la Brianza tutto fila per il verso giusto fin quando non arriviamo alla barriera di Milano Melegnano, dove c’è la solita lunga e lenta coda. Perdiamo tanto tempo, poi, quando crediamo di aver lasciato alla spalle i rallentamenti, ecco tutta una serie di lavori in corso che ci fanno giungere nel luogo della partenza gara solo venti minuti prima dello start e dovendo ancora ritirare i pettorali, non è che avessimo tanto margine. Giunti al parco “2 giugno” alla Porada vediamo tanti gazebi, alcuni ospitano i ristori ed altri le società che partecipano alla prova a squadre, tutto il percorso è segnato per bene, metri e metri di nastro lo delimitano . Posso sicuramente affermare che l’organizzazione ha lavorato abbastanza bene e che solo nel finale della gara hanno trovato conferma alcuni dubbi che m’erano venuti subito. Tutto ciò, però, non influisce sul giudizio più che buono che esprimo sulla gestione dell’evento, anzi mi fa piacere ricordare che gli stessi organizzano una bella 100km che si tiene in primavera e il prossimo hanno saranno i padroni di casa del campionato mondiale della medesima distanza. Tanti atleti presenti, diciamo i “soliti” che chiacchierano un pò di tutto spensieratamente e noi, che in fretta e furia ritiriamo il pettorale, iniziamo la vestizione vicino alla macchina. Ormai mancano cinque minuti e ci si porta alla partenza… Ore 14.00,pronti via. Un pomeriggio da circa trenta gradi ed un’afa opprimente ci accolgono all’interno di questo polmone verde in terra lombarda. L’andatura molto cauta (5’10"km) fa in modo che mi rilassi e chiacchieri con altri atleti. Terminato il primo giro e vedendo che in alcuni punti si restringe capisco già che li, verso la metà della gara, potrebbero sorgere delle difficoltà dovute alle diverse andature dei partecipanti. Il tempo trascorre, i giri si susseguono ed anche le espressioni sui volti degli atleti cambiano diventando sempre più tese e affaticate così come si appesantiscono anche le loro andature. Sul percorso incontro tantissime persone che conosco e sono li a fare il tifo vivendo anche una bella giornata di sport. E’ presente sul percorso anche Monica Casiraghi, stavolta però non come runner. La pluridecorata atleta della nazionale aiuta i suoi amici con i ristori personalizzati e non fa mai mancare a tutti noi una parola d’incoraggiamento. Contemporaneamente alla nostra gara si svolge anche quella a squadre la quale però ha un altro percorso che s’incrocia col nostro per una cinquantina di metri quando si transita dal traguardo, questa particolarità mi permette di salutare tantissimi altri amici e trovo perfino il tempo di fermarmi, con piacere, quando incrocio Alessandra con la quale scatto una foto con bacio annesso. Per me questa gara è solo un allenamento e la prendo allegramente rispettando però sempre quello che devono essere i passaggi chilometrici. Trascorse due ore però, causa acqua un pò più fredda del solito presa al ristoro inizio ad avere problemi di stomaco e diarrea. Mi fermo diverse volte per andare al bagno perdendo molti liquidi che però reintegro in parte ai ristori successivi. In una di queste soste al bagno chimico perdo anche una lente a contatto e questo per me è un dramma. Resto li qualche minuto a cercarla per terra e fortunatamente la ritrovo, naturalmente non posso rimetterla, così faccio un giro completo di percorso con la lentina in mano cercando anche di non danneggiarla per poi riporla nel marsupio al ristoro. Da quel momento, per me, inizia una gara un pò diversa da quello che avevo prospettato, perché correre vedendo pochissimo da un occhio mi provoca un forte mal di testa e questo un pò m’innervosisce. Da lontano iniziano a manifestarsi i primi fulmini e da li a poco su Seregno si abbatterà un temporale che unito ad un vento forte e freddo saranno nostri compagni di gara fino al traguardo. Intanto risolto il problema intestinale che m’aveva anche fatto rallentare ma mai camminare, provo a fare un giro allungando il passo, facendo in modo che i muscoli si riprendano da quel torpore nel quale si erano adagiati. Primo mezzo giro un pò “duro di gamba” poi dopo tutto con estrema facilità. Lungo il percorso, durante una sosta precedente m’ha doppiato Valerio Fatatis, che poi sarà il vincitore, ma non me ne sono accorto. Ormai manca circa un’ora e un quarto alla fine e decido di allungare ancora un pò e vedo che tengo bene. Sul circuito nessuno corre più e mi chiedo allora in quale posizione io mi possa trovare, all’improvviso mi passa Lucas che ha un bel passo, un saluto al volo e va… Verso la fine delle sei ore dal percorso iniziale ci fanno andare sul giro più corto per permettere poi la misurazione dei chilometri, la strada è stretta e moltissimi atleti camminano chiacchierando come se facessero una passeggiata impedendo a noi di correre bene, è tutto un zig zag, tutto un toccarsi… Alla fine in classifica sono settimo e vincerò la mia categoria, però dal podio non è che sarò tanto distante. Concludendo, quattro chiacchiere con gli amici al ristoro sotto la pioggia ed il recupero del marsupio con la lente a contatto. Sudato e bagnato, dal freddo, batto i denti e solo una bella doccia calda in uno spogliatoio confortevole mi rimette in sesto. Vado alla premiazione, ritiro il mio premio e ringrazio Molteni che è tra gli organizzatori di questa bella kermesse e ritorniamo a casa. Quando poi il giorno dopo leggo la classifica relativa ai giri percorsi con annessi i tempi, scopro che gli ultimi miei chilometri oltre ad essere stati corsi in progressione, sono stati i più veloci di tutti, è questo è indice sicuramente di una buona condizione.
Grande Ciro, non riesco nemmeno ad immaginare come si possa correre così tanto! In bocca al lupo per la 100km!
RispondiEliminabravo ciro super ultramaratoneta........come gia detto .. quello e' il parco dove corro sempre.......io
RispondiEliminap.s i colori del blog li puoi cambiare??????
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaGrazie Ibiza130.Se un atleta allena, però, anche la testa può fare tutto. Ciaoooooooooo
RispondiEliminaCiao Lello,lo so che sei juventino...ma la colpa non è mia...anzi. :-)
RispondiElimina