Ho sempre creduto che i migliori insegnamenti potessero venire dal mondo dello sport e la 24 ore di Putignano è stata un fulgido esempio del mio pensiero.La collaborazione fattiva tra le tre società podistiche cittadine che ha dato alla luce la Run and go, il team che ha magnificamente organizzato l’evento, composto tra l’altro da diverse gare, è la dimostrazione di come si vince quando si fa squadra e si pone come unico obiettivo il bene comune; così anche l’interazione con le forze politiche della città è stata sinonimo d’intelligenza,segnale questo di un guardare oltre che non è da tutti. La ciliegina sulla torta poi l’ha posta un volto noto dell’ultramaratona, l’amico Vito Intini che,organizzando in collaborazione con la Iuta un raduno per gli atleti della nazionale della 24ore, ha dato ancora più prestigio all’intero corso.Grandissima passione ed entusiasmo hanno messo gli amici pugliesi per una kermesse che ha coinvolto l’intera
popolazione, ben informata e orgogliosa di tutto quello che andava svolgendosi non come da altre parti dove questo genere di eventi é vissuto con fastidio e visto più come intrusione che come risorsa. Voglio anche aggiungere che ho trovato,Putignano, un paese pulito, ordinato con una cittadinanza educata e gentile ,cose che ,forse, ad altre latitudini non sempre si riscontrano, sfatando diversi atavici luoghi comuni.Le gare in programma si sono svolte nella zona industriale di Putignano che ha la fortuna di avere nelle sue adiacenze un bel centro sportivo, questo binomio ha fatto in modo d’ avere a disposizione un’ottima logistica,fornendo ampi parcheggi, spogliatoi, docce e zona notte, tutto nell’arco di pochi metri,vicinissimi al percorso della gara.Un giro da millequattrocentosedici metri da ripetere più volte.Questo anello,ripavimentato per l’occasione a spese degli Organizzatori e dotato di un asfalto molto drenante, ha saputo far fronte ad una
forte tempesta di acqua e grandine abbattutasi per circa un’ora sulla cittadina pugliese. Per centoventi minuti gli atleti hanno galleggiato causa l’impressionante quantità di pioggia che é venuta giù ma poi tutto é rientrato nel giusto alveo,tenendo botta anche ad altre precipitazioni sparse e copiose che si sono verificate lungo le ventiquattro ore delle prove. Un plus di questo tracciato é stata la zona ristori, uno spazio di circa cento metri al coperto dove tutti gli atleti hanno insidiato il loro quartier generale. In questo luogo erano presenti:I rifornimenti, il posto medico, la musica che allietava i passaggi degli atleti ed un punto di controllo tempo che insieme agli altri due presenti sul tracciato ha reso impossibile qualsiasi tipo d’imbroglio, come purtroppo altrove si é verificato in passato. Percorso ottimamente illuminato tranne in un punto,all’ingresso della zona coperta in cui data la presenza di un piccolo “gradino”, di notte e
con la stanchezza poteva presentarsi una criticità.Altri due punti del tracciato potrebbero essere migliorati, addolcendo la curva che porta sul rettilineo del traguardo ed eliminando la piccola salita posta a meta`. I ristori sono stati buoni : C’era tutto quello che ad un’atleta serve e di sera anche pasta, riso e brodo hanno fatto la loro abbondante presenza.Durante la notte, te caldo e caffé hanno tenuto svegli e riscaldato tutti. Sul percorso data la concomitanza di diverse gare, non ultime le staffette, c’è stato sempre ritmo e brio anche nelle ore più buie della notte.Le numerose premiazioni finali al coperto e un buon pasta party hanno concluso un bel fine settimana pugliese che ha visto tutti vincitori: Organizzatori,atleti, cittadinanza e politici.Una considerazione: Credo che gli amici di Putignano possano ambire ben oltre dall’organizzare un campionato italiano. Un rammarico:Forse il numero esiguo dei partecipanti, una manifestazione
così, meritava ben altri numeri.Speriamo meglio il prossimo anno. Anche io ho partecipato alla 24 ore di Putignano essendo stato, per la prima volta, convocato per un raduno con la Nazionale della specialità.Sono arrivato carico d’entusiasmo e con molta voglia di ben figurare al cospetto dei tecnici e del Presidente della federazione, purtroppo i miei sogni e la mia voglia sono naufragati al cospetto di una giornata no.Iniziamo con ordine, qualche mese fa mi é arrivata una mail dalla Iuta che m’invitava a questo ritrovo e così invece d’andare a Grenoble, decidiamo di far rotta su Putignano ritenendo di notevole valore la chiamata e valutando positivamente il dover cementare il rapporto con gli altri atleti azzurri. Gli allenamenti, la grinta e la fiducia in quello che stavamo facendo e i risultati buoni ottenuti in precedenza hanno fatto volare i giorni che mancavano alla partenza direzione Puglia. Arriva la vigilia ed insieme al Maestro Tallarita,
Stefano Montagner, due pilastri della squadra azzurra e a Salvatore, all’esordio sulla distanza partiamo in macchina verso il sud. Il viaggio é lungo, un pranzo in autogrill e il racconto di tanti aneddoti fanno in modo che il tempo scorra piacevolmente. Arrivati nella cittadina nota per il carnevale, ci rechiamo in Comune per il briefing e poi al ristorante per una cena offerta dalla federazione. La serata trascorre gradevolmente e verso le ventitre, tutti a letto. All’indomani mattina, ricca colazione e poi direttamente al ritiro pettorali, non prima di qualche simpatico siparietto con Daniele Baranzini, vincitore poi della gara.Arriviamo al centro sportivo e già il cielo plumbeo minaccia pioggia.Al ritiro pettorali mi viene assegnato il numero 47 che nella smorfia napoletana é associato al “MORTO”, già li dovevo pagare, salutare e andare via, invece stoico mi dirigo alla partenza. É mezzogiorno e le gare prendono il via.Come sempre gli atleti
delle corse piu` corte hanno un passo più veloce mentre noi siamo più lenti e compassati. Il mio è un incedere costante fino a quando verso le quattordici la realtà conferma quello che erano le previsioni, pioggia. Non smette più, inizia a grandinare, è un lago e noi tanti anfibi che cercano d’attraversarlo. Smette e dopo centoventi minuti é già tutto asciutto.Verso la quinta ora sento che si forma una vescica sotto il piede sinistro che mi fa correre con una postura sbagliata caricando sull’altra gamba. Dopo un terzo di gara inizia a farmi male il ginocchio destro, stringo i denti e proseguo.Verso la quindicesima ora mi fermo cinque minuti ma quando riparto il ginocchio é bloccato, continuo e qualche volta appoggiando il piede destro a terra sento come se il ginocchio mi scivolasse giù. Faccio altri giri, Tallarita m’incita cercando di tenermi su il morale. Mi passa i rifornimenti, come ha fatto sempre,passaggio dopo passaggio non facendomi
mai mancare una parola d’ incoraggiamento.Dopo oltre i due terzi di gara arrivo mio tavolo e dico che finisce li.Mi nascondo dietro a un pilastro e inizio a piangere dalla rabbia, mi stendo a terra ed inizio a imprecare e ad inveire contro me stesso. Mi ripeto che ho buttato anni di sacrifici ed ho fatto perdere tempo a chi mi ha seguito in questo tempo.Mi rialzo, vado dal medico, facendomi mettere del ghiaccio e con una vistosa fasciatura al ginocchio riparto.Cammino, il l`arto è sempre bloccato, ritorno al mio tavolo ed alzo bandiera bianca.Quella che doveva essere una consacrazione diventa una vera e propria Caporetto. Cosa mi resta di questa ventiquattro ore? Tante cose: L’affetto che tanti amici pugliesi hanno avuto nei miei confronti, l’orgoglio di essere stato convocato ad un raduno della nazionale e dall’aver corso controllato dagli occhi vigili del selezionatore azzurro. Ancora nel cuore porterò sempre la forza che il Maestro Tallarita ha
tentato d’infondermi durante la gara, sono convinto che, se avesse potuto, m’avrebbe dato un suo ginocchio pur di farmi continuare.Non cerco alibi, non attribuisco colpe a nessuno, la mia è stata una disfatta.Sono uno sportivo e accetto la sconfitta.Adesso aspetto le convocazioni per il mondiale del prossimo anno, mi metto a disposizione e resto in attesa.Sperare e coltivare un sogno non costa niente ma sono fermamente convinto che il lavoro che abbiamo svolto sia stato giusto. Se non dovesse essere cosi pazienza, ci saranno stati altri piu` bravi di me ed io sarò il primo a fare il tifo per i miei compagni. E` lo sport amici,é lo sport. Ultima nota, vorrei dire all’amico Intini che non ha avuto senso spostare la data di questo evento sperando d’evitare le bizzarrie del meteo.Quando gareggiamo insieme, può essere anche luglio o agosto, avremo sempre una gara funestata dal cattivo tempo e lui lo sa… Fano, Venezia, Torino, Putignano. Meglio lasciarci
con un sorriso e con una speranza,la mia per il mondiale… Ad maiora
Nessun commento:
Posta un commento