L’edizione 2015 della 100km dell’Ultramaratona del Tricolore si può racchiudere in un titolo: Prima ed ultima.
Si,perché è stata la mia prima ultramaratona vinta ma anche l’ultima gara a circuito che ho corso. Il tutto lasciandomi
sulle labbra un sapore agrodolce,una modesta soddisfazione e tanta delusione.
L’avevo promesso a Tallarita, “Cercherò di vincere la tua
100km,se dovessi riuscire nell’intento,saluto tutti e me ne vado.” Questo non per far sentire la mia
mancanza ai posteri ma perchè sarebbe
stato bello finire così un cammino iniziato due anni fa e che doveva avere un
altro epilogo, il campionato mondiale della 24 ore. Ribadisco con veemenza,ancora
oggi, d’essere stato derubato della partecipazione da qualche losco individuo.
L’Ultramaratona del Tricolore,manifestazione che comprendeva
anche quest’anno quattro gare: 12 ore,6 ore,100km e staffetta 6 x 1 ora,si è
svolta all’interno della Kholer Engine di Reggio Emilia ed è stata
magistralmente organizzata da Antonio Tallarita insieme ai suoi collaboratori.
Un circuito di 1588 metri da ripetere più volte a seconda del
tipo di gara.
La mia cento chilometri è stata corsa ad un ritmo molto
tranquillo e con ristoro personale ogni
cinque chilometri (Acqua/glucosio e poi miele). Ho iniziato a girare a circa
5’15” km perché durante la preparazione avevo fatto un semplice ragionamento...
” Non sono più quello di cinque anni fa,quello di 8h07’ in una gara simile
però, velocizzando leggermente gli allenamenti che svolgo in questo periodo so
che per circa 10 ore posso girare intorno ai 5’15”/20”oppure se ci dovesse
essere da battagliare intorno alla sesta ora potrei anche aumentare e giocarmi le mie carte. In questo modo se gli altri dovessero essere più bravi,complimenti a
loro altrimenti vincerò io.”
La gara è iniziata con un leggero ritardo e nelle prime
ore,come avevo previsto,sono stato staccato da tre atleti. Non me ne sono fatto
un cruccio,anzi,sono stato sempre molto tranquillo e concentrato perché sapevo
che almeno due avrebbero rallentato. In seguito quando ho visto che anche
Accorsi iniziava a perdere metri,mi son detto:”Vuoi vedere che...vinco?”
Devo essere onesto,l’atleta
bolognese m’aveva confidato alla vigilia che avrebbe fatto un allenamento e che
avrebbe provato a stare sotto un certo tempo però, per me, era come sfidare
Ronaldinho a tirare i calci di rigore. Mi batte nove volte su dieci anche se è
fuori forma. Comunque ,mai dire mai.
Dopo circa due terzi di gara e con assoluta tranquillità
credo d’aver preso la testa della corsa e di non averla mollata più. Quando
correvo,avevo la sensazione che il vantaggio aumentasse sempre di più però ogni volta che passavo dal traguardo mi
dicevano che il distacco era esiguo e così
cercavo di capire la situazione. Oggettivamente però,vedevo che doppiavo
gli altri e così quando ho capito di essere avanti nettamente,ho gestito la
corsa. Alla fine ho vinto con un modesto 9h06’ ,con circa venti minuti sul
secondo e tre quarti d’ora sul terzo
classificato. Per me l’importante era vincere ed ho vinto. Quest’ultima frase
può sembrare fuori luogo però credetemi è il frutto di questi ultimi dieci mesi
di rabbia,di delusione e di ricerche di risposte che sto ancora aspettando ma
che non arriveranno mai da parte di persone che hanno una concezione della
morale tutta loro.
La premiazione finale è stata qualcosa di quanto più finta
possa esistere e mi fermo qui,altrimenti avrei un comportamento poco etico (parola
non scritta a caso,vista la presenza di alcuni personaggetti).
Dopo la premiazione il secondo classificato mi ha chiamato
da parte dicendomi:”Non ti conoscevo però vedevo che correvi sempre,credevo
facessi la sei ore,dopo mi hanno detto che partecipavi alla 100km ma comunque
non t’avrei mai preso. Complimenti”.
Unica pecca, forse, dell’Organizzazione, una parte del tracciato un po’ sconnessa e leggermente
buia a calar del sole ma c’è anche da dire che il percorso è stato cambiato alla vigilia della partenza per le abbondanti piogge che si sono abbattute sulla citta del Tricolore 24/48 ore prima del via.
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