lunedì 20 settembre 2010

Un anno di corsa verso la Spartathlon : “IL SOGNO”.

21 settembre 2010,ore 10.15,stazione ferroviaria di Reggio Emilia.
Mille voci,tanti dialetti,una miriade di lingue diverse popolano l’aria intorno a quella panchina sul marciapiede nei pressi del binario 2.C’è gente che parte,persone che aspettano,altri che arrivano.Tutti vanno verso un qualcuno o un qualcosa,ognuno di loro sà ed è padrone del proprio destino.Mattinata con i raggi del sole che abbracciano tutti gli astanti in una stretta soffocante.Lui però,l’astro lucente ha anche altre intenzioni,dall’alto della sua posizione privilegiata sembra sorridere ed augurare una splendida giornata. Questo proprio sembra cogliere da quell’abbraccio solare un uomo,dall’apparente età di trent’anni,seduto li assorto nei suoi pensieri con accanto il suo borsone con la scritta Italia e le note musicali che dalla cuffia dell’i-pod gli tengono compagnia.Il computer portatile messo lì,appoggiato sulle ginocchia in attesa di essere acceso,aspetta il suo turno;vuole diventare protagonista perchè sa che nella sua memoria contiene un qualcosa d’importante…CONTIENE IL RACCONTO DEL SOGNO.Ciro Di Palma si chiama,ha quarantun’anni ed è vestito in modo sportivo,sembra un atleta,magari lo è.Un alone di mistero lo circonda.Attende il suo treno,lo porterà a Milano,da li,il giorno dopo, prenderà un aereo e volerà ad Atene,terra mitologica,misteriosa e piena di storia.Cosa andrà a fare in Grecia, è un mistero per i più… Apre il suo portatile ed inizia a scrivere...:” Finalmente si parte !!! Dopo più di un anno,da quando,cercando un qualcosa di particolare legato al mondo dell’ultramaratona,mi sono imbattuto in un sito che parlava di una corsa molto lunga dal nome Spartathlon. “SPARTATHLON,che nome pieno di fascino,odora di storia,ha il sapore di un qualcosa di eroico e trasuda di emozioni”,pensai.Da quel momento me ne sono innamorato,un’ATTRAZIONE FATALE!!! Inizio a fantasticare,:”Secondo me quelli che vi partecipano saranno persone fuori dal normale,avranno delle motivazioni particolari e magari saranno pure un pò megalomani”.A questo punto esclamo ad alta voce:”Sarò uno di loro,voglio essere uno “SPECIAL ONE”.E'così,che in un giorno settembrino di fine estate,afoso e umido quanto mai, mi riprometto che la correrò a tutti i costi.Questa è la genesi dell'avventura,l’inizio del ”SOGNO”.Comincio le ricerche: Dove si corre,in che periodo dell’anno vede luce l’evento,se altri italiani vi hanno già partecipato.Trascorro ore a contattare persone,leggo tanti articoli,tanti blog e la “COSA” mi appassiona.Come un ragno che tesse la sua tela per imprigionare gli insetti così questa gara mi prende lentamente e poi sempre più,fino a diventare”IL MIO SOGNO”.Leggo molto attentamente dal sito tutte le notizie e mi accorgo che bisogna qualificarsi,insomma fare prima un certo percorso per poi essere accettato,”Una difficoltà in più",bofonchiai subito.Per me,che avevo corso solo fino a cinquanta chilometri in gara,pensare di passare attraverso le forche caudine di una cento chilometri da correre in meno di dieci ore e trenta minuti sembrava molto arduo.Non mi scoraggio assolutamente e pieno di entusiasmo inizio a pianificare il tutto.”Bisogna passare da una cento chilometri per essere lì ???,OK!!!”.Inizio varie ricerche,studio percorsi,guardo tempi,classifiche…”Questa si,questa no,questa forse”, poi la ricerca termina con la scelta…100 KM DI SEREGNO.Dalle mie conoscenze,ormai approfondite, sono però pure consapevole che se dovessi terminare la corsa lombarda intorno alle dieci ore e mezza che è il minimo per andare in Grecia, portare a compimento una gara di duecentoquarantasei chilometri,tale è la distanza da percorrere in trentasei ore,sarebbe molto arduo.Mi pongo,già prima di iniziare,un primo obiettivo e cioè correre a Seregno in circa otto ore e trenta minuti.”Pazzesco!!!" Tutto sta adesso convincere e coinvolgere il mio allenatore.Al telefono,subito cerca di dissuadermi ma io sono molto determinato e come un fiume in piena che rompe gli argini lo inondo di dati e di notizie.Il mio entusiasmo è straripante,parlo più di mezz’ora.Alla fine onestamente mi dice:”Va bene,però anche per me è una cosa nuova da allenatore: Proviamo e sperimentiamo”.Io sono felicissimo pur sapendo che mi avrebbero aspettato dei mesi duro di allenamento.Ad ottobre dello scorso anno intraprendo il “LUNGO CAMMINO”.Si parte che le giornate hanno ancora quel leggero tepore estivo,vedo i contadini con i loro trattori preparare le loro vigne per la vendemmia,i colori della campagna vanno via via trasformandosi,siamo in autunno. Maratona di Alessandria e UltraK marathon (48 km) si susseguono,il clima è più freddo,la nebbiolina inizia a far capolino e con la pioggia che comincia a farsi vedere diventerà mia fedele compagna durante gli allenamenti. Arriva dicembre,”Il Generale Inverno” è alle porte. Maratona di Reggio Emilia e Maratona di Calderara di Reno,dove per le abbondanti nevicate hanno pure cambiato il percorso.Tutto bene e secondo programma,in questo periodo ho dato molto peso alla cura dei ristori e all’abbigliamento da usare in gara a Seregno.Da gennaio comincia il programma specifico per la cento chilometri.Ormai il clima è molto diverso da ottobre,è rigido,tutto ha un sapore particolare,un aroma diverso.A volte dopo una nevicata mi sembra di correre sulle nuvole;durante e dopo la pioggia divento invece una barca in balia degli elementi della natura,mi sembra di essere in un film.Durante le mie uscite “di corsa” non sono poche le macchine che fermandosi mi offrino un passaggio.Fine gennaio:Maratona della Pace sul fiume Lamone (Trail di 48 km).Qui invitato dall’amico Enrico ho il piacere di correre fianco a fianco per gran parte della corsa con Andrea Accorsi che ad un certo punto mi dice:”Sono convinto che tu alla cento starai tra le otto ore e le otto e un quarto”.Rimasi stupito e contento allo stesso tempo da quell’affermazione,però pensai :”E’ diventato pazzo!!!”,invece fu PROFETICO.Con febbraio e marzo si entra nel vivo della preparazione: 50 km sulla sabbia a San Benedetto del Tronto,Maratona di Verona,Maratona delle Terre Verdiane e Maratona di Piacenza.Mai avuto un problema,al massimo ho saltato due allenamenti in sei mesi.Finalmente arrivo alle ultime due settimane di preparazione e scarico un pò il lavoro fatto.Questa tabella,improntata sul rallentamento del ritmo che ero abituato a tenere in maratona e sulla durata degli allenamenti,volge ormai al termine.Ho imparato a curare al massimo i dettagli perchè ho constatato che è dalla cura dei particolari che si riesce in tutto.Niente può essere lasciato al caso,ristori,ritmo gara,cambio abbigliamento... Bisogna ridurre al minimo il margine d'errore,praticamente essere perfetti in tutto. Nel frattempo ho avuto modo di conoscere tantissime persone che mi hanno incitato e che continuano a farlo,gli attestati di stima si sprecano. Il popolo della rete è al mio fianco e mi spinge a dare sempre il meglio.Ho aumentato il mio bagaglio di nozioni sulle ultramaratone ed ho fatto tesoro dei tanti,tantissimi consigli che altri atleti mi hanno dato incontrandomi in giro per l’Italia.21 marzo,giunge anche il giorno della gara.Arrivo in perfette condizioni fisiche e mentali,la tattica di gara è stampata nella mia mente,non mi resta che correre…Con l’aiuto prezioso dell'amico Marco,che mi segue in scooter e che sarà una presenza costante ma mai invadente al mio fianco,termino la gara in otto ore e sette minuti.Dodicesimo assoluto…UN TRIONFO. A dirla tutta neanche tanto inaspettato,perché pianificato nei minimi particolari e FORTEMENTE VOLUTO!!! Mi resta di quella corsa oltre alla bella prestazione anche il ricordo degli abbracci dei miei amici Marco,Mauro e Alessia dopo il traguardo... UN'EMOZIONE INDESCRIVIBILE.Le belle parole del mio allenatore,della mia famiglia e di tutti gli amici mi danno il calore che manca in quella giornata uggiosa come solo la Brianza sa offrire.La festa,con la torta finale a casa degli amici di Merlino completa l'opera.GRAZIE A TUTTI, è col cuore che lo dico.La prima pietra,forse la più pesante,è stata posata,la consapevolezza dell’essere forte aumenta e l’autostima anche.Adesso sono sicuro di essere uno “SPECIAL ONE”,uno di quei “pazzi” che armati di buona volontà,un pò di pazzia e tanto coraggio andranno alla conquista di Sparta. Definisco i dettagli per l'iscrizione e resto in attesa della conferma da parte degli organizzatori, adesso posso dire che mai tempo fu più lungo,ero teso come un papà che felicissimo aspetta il primogenito dalla sua amata donna...  I giorni passano lenti,è la fine di marzo.Giusto un paio di settimane per un ripristino psico-fisico e si pianifica la preparazione specifica per la Spartathlon.Si punta adesso a far crescere la convinzione,a lavorare sulla testa.Appendo in casa,a lavoro e nella mia palestra personale dei fogli con il logo della corsa con la scritta “ UN ANNO DI DURO LAVORO;CE L’HANNO FATTA ALTRI ATLETI,PUOI E DEVI FARLO ANCHE TU !!!”.Un paio di mesi di allenamenti per mantenere uno stato di forma buono e poi partire con la preparazione particolare dalle prime settimane di luglio.E' aprile,le belle giornate,il sole,il sorriso della gente che sempre più numerosa incontro per strada mentre mi alleno rallegrano il mio animo e questo mi da la spinta,la forza e la carica per guardare avanti con ottimismo…SONO FELICE.Il 25 aprile finisco di lavorare alle sei del mattino e con il mio amico Dino che passa a prendermi si va a Castel Bolognese: 50 Km di Romagna. Sto bene e mi diverto.Di corsa arriva anche il mese di maggio: Maratona del Custoza e 100 km del Passatore;ormai siamo in piena primavera,l'inverno col suo freddo è solo un lontano e pallido ricordo nella mia mente ormai già proiettata in avanti nei mesi.Entrambe le gare vengono corse complessivamente bene.La prima in tutta tranquillità,in modo molto facile e sciolto.Al Passatore invece dopo un inizio buono,magari un tantino veloce,ho dovuto gestire e superare una lunghissima crisi che è durata trentadue chilometri per poi correre gli ultimi ventiquattro chilometri sotto i 4'00" però al netto dei ristori.Proprio al traguardo, di questa manifestazione,all'una ed un minuto di notte ho avuto delle certezze granitiche sulla mia forza di volontà e sul mio fisico. :”CE LA FARO' !!!" ho urlato appena passato il gonfiabile in piazza Del Popolo a Faenza.Giugno poi luglio,l'estate,le giornate si allungano,la città inizia a svuotarsi ed il caldo inizia già ad essere uno degli attori principali delle giornate.Corro e mi sento il padrone della strada,intanto:Ecomaratona del Ventasso,molto bella e ben organizzata.Dalla Grecia ancora non arrivano notizie,inizio a preoccuparmi.S'intensificano le telefonate ad Enrico che cerca di tranquillizzarmi dicendo che anche lui ancora non sà niente.Fin quando una mattina in un messaggio il Vichingo mi scrive:”Iscrizione ok,mi è arrivato tutto”.Esco a correre un pò nervoso ma al rientro a casa da lontano vedo una busta che fa capolino dalla mia cassetta delle lettere,sembra aspettarmi, pare che mi chiami,mi strilli:”Sono arrivataaaaaaaaaaaaaaa”,mi avvicino la prendo,quasi l'accarezzo guardo da dove arriva “Atene-Grecia”,l’apro lentamente,mi gusto quegli attimi come si fa con un buon caffè napoletano al mattino presto,leggo attentamente,:”Lei è iscritto col pettorale n.389”.Il mio entusiasmo raggiunge l'apice,sono felicissimo.Un urlo,che sente anche mia sorella che abita a centocinquanta metri da me ,si leva in alto nel cielo,quasi volesse partire prima lui per la Grecia ed anticiparmi all'arrivo di Sparta.A questo punto però nasce in me una voglia che da “SPECIAL ONE” vuole farmi diventare “IMMORTALE” cioè essere protagonista e non comprimario in terra greca.Gli allenamenti mi danno ragione,il fisico risponde benissimo e la mia testa conforta tutto ciò,anche il training mentale da i suoi frutti.Si parte con il lavoro specifico: Rimini Golden Marathon Extreme,brutta esperienza,però anche da qui traggo una lezione importante che riguarda l'alimentazione.Nella cittadina romagnola avviene l’incontro con Ivan,il miglior italiano di sempre alla Spartathlon,mi da dei consigli utilissimi su come affrontare e gestire la gara in terra ellenica e poi si rende disponibilissimo nel caso in cui io avessi bisogno di aiuto.Giunti ad agosto ormai si entra nel clou della preparazione:Ecomaratona della Valdarda,fantastica,gara molto bella e suggestiva corsa con una tranquillità forse anche eccessiva.Mi sono divertito.Siamo arrivati a settembre,le giornate si accorciano,il mattino inizia ad essere più fresco... C’è un piccolo problema,qualcosa di strano è un dolorino al bacino che credo possa passare facilmente. E’ l'ultimo mese...Un giorno mi chiama Antonio Tallarita e mi chiede se voglio andare a correre una staffetta di 112.3 km,con gli ultimi settanta chilometri di salita...(Si parte da Lido Po 22m sul livello del mare e si arriva a Cerreto laghi 1261m sul livello del mare).Mi spiega come questa manifestazione,corsa da lui per intero l'anno prima, possa essere propedeutica alla Spartathlon.Mi consulto col mio allenatore e dopo aver discusso un pò sulle caratteristiche del tracciato,dei tempi e di altri particolari decidiamo che posso partecipare.”UN SUCCESSO”,corro tutti i chilometri brillantemente e molto sciolto.Come la vita un giorno,così anche la preparazione volge al termine,ultime settimane ed il numero dei chilometri cala però in modo direttamente proporzionale aumenta la paura di farmi male…SAREBBE UN PECCATO. Un pensiero però c’è ed è quel dolore al bacino che in modo subdolo,da circa un mese,mi fa compagnia…Mi sforzo,non ci penso. Nell’ultima settimana ho ricevuto tantissime telefonate e tantissimi messaggi da parte di molte persone.Adesso sono qua,su una panchina della stazione,che finisco di scrivere le mie emozioni sui mesi trascorsi.E’ come riavvolgere il nastro col rewind,rivivo tutte l’emozioni,tutti gli stati d’animo.Quante ore a studiare il percorso,a vedere i filmati in rete,a calcolare i vari ritmi da tenere in gara,i tempi d'arrivo ai vari check point in modo da far portare i ristori personali ed i vari cambi.Mamma mia quanti sacrifici sacrifici !!! La gente andava al mare ed io correvo.Andava in montagna ed io correvo.Andava a fare scampagnate ed io correvo.Andava in vacanza ed io correvo.C’era il sole ed io correvo.Nevicava ed io correvo.Diluviava ed io correvo.Natale,Pasqua,Capodanno ed io correvo.Non sono pentito anzi lo rifarei perché l’ho fatto con amore,passione e dedizione!!!Undici mesi son trascorsi,ho consumato 11 paia di scarpe,ho corso circa 6500 km ed avrò saltato due allenamenti in tutto il periodo.Ho la consapevolezza d’aver fatto tutto alla perfezione e non mi posso rimproverare niente.Il tempo mi ha insegnato che in questa corsa oltre alle gambe ed alla testa ci sono altri due fattori che fanno la differenza,sono CALMA e PAZIENZA.Io ho imparato ad averne e ad usarli...SARANNO MIEI ALLEATI.Durante tutto questo periodo tante persone mi hanno sopportato e supportato.I due martiri sono il mio allenatore,sempre pronto al dialogo in qualsiasi momento della giornata e la famiglia di mia sorella Rita.Con i miei orari strani per gli allenamenti li ho fatti impazzire per starmi dietro tra consigli, pranzi e cene…  Però sono loro i miei primi tifosi.Chi mi ha supportato? Tanti,tantissimi che quasi sicuramente dimenticherò qualcuno,di ciò mi dolgo e mi scuso.La mia società,Reggio Event’s che ha sponsorizzato il mio viaggio e che mi è sempre a fianco.Già detto del mio allenatore Vincenzo Esposito,un grande.Antonio Tallarita,il mio scopritore che abitando a Reggio Emilia è stato il mio faro,la mia boa nel “mare nostrum” della preparazione.Tutti gli amici di facebook,grandiosi e sempre pronti con parole gentili a fare il tifo per me seguendomi in tutte le mie peripezie...FANTASTICI.Sono sicuro di poter ben figurare ed ho la consapevolezza dell’essere forte.GRAZIE A TUTTI…Intanto il dolorino al bacino…” ...Ore 11.40 dall’altoparlante della stazione la voce annuncia il treno per il capoluogo lombardo,si vede Ciro che alza lo sguardo dal monitor,chiude il portatile e si prepara alla partenza.VAI E DIVERTITI CAMPIONE,FACCIAMO IL TIFO PER TE.SIAMO CONVINTI CHE NON CI DELUDERAI.MIGLIAIA DI GAMBE CORRERANNO CON TE,CENTINAIA DI CUORI PALPITERANNO PER TE,IL NOSTRO INCITAMENTO TI SPINGERA’.CONQUISTA SPARTA!!!

mercoledì 1 settembre 2010

“Dagli aironi alle aquile"... Una passeggiata lunga 112,3 km.

“Dagli aironi alle aquile” potrebbe sembrare un romanzo uscito alla penna “avventuriera” dello scrittore Wilbur Smith, in realtà è una particolare corsa podistica a staffetta che collega,come dicono i reggiani,”la bassa all’appennino”.Questa kermesse voluta da Giuliano Mainini,presidente della podistica Biasola,con la collaborazione della Uisp intende appunto unire simbolicamente l’estremità della provincia di Reggio Emilia da nord a sud,lungo il percorso (di ritorno) che i “montanari”,verso la metà del secolo scorso,compivano dopo essere venuti giù a piedi con i loro animali carichi di castagne da scambiare con frumento e sabbia,quest’ultima utile alla costruzione delle loro abitazioni.Quest’anno,rispondendo all’invito del grande Antonio Tallarita,nazionale della ventiquattr’ore ed unico ad averla corsa interamente,ho aderito,d’apprima con qualche remora poi con entusiasmo crescente, a questa manifestazione che vedeva tra i partenti anche altri atleti di livello mondiale nell’ambito dell’ultramaratona.Gente che non ha bisogno di presentazione però è giusto,doveroso e rispettoso nominare: Andrea Accorsi,tra l’altro ottimo scrittore,vincitore circa venti giorni fa di una ventiquattr’ore  in Germania;Monica Barchetti,nazionale della cento chilometri,che sta rientrando da un infortunio e che aveva bisogno di mettere chilometri nelle gambe;Enrico Vedilei,ex nazionale,anche lui un “personaggio” niente male con le sue oltre trecento gare “ultra” nelle gambe;Antonio Tallarita,nazionale della ventiquattr’ore,pluridecorato agli ultimi mondiali ed europei dove ha pure migliorato il suo personale sulla distanza.I miei dubbi sulla partecipazione a questa corsa erano dovuti al fatto che poteva lasciare dei residui non facilmente assorbibili nella mente e nelle gambe in vista di una gara di duecentoquarantasei chilometri che affronterò tra meno di un mese.Dubbi poi fugati dall’aver parlato col mio allenatore,con Tallarita e Vedilei che hanno molta più esperienza di me ed in più hanno già corso quella manifestazione alla quale parteciperò.Alla fine mi sono convinto che correre in gruppo ad un’andatura non tanto veloce per i miei canoni ma giusta per la Spartathlon poteva essere un buon test.La particolarità dell’orario di partenza ,le 00.00,ha poi alimentato la curiosità ed aumentato il fascino di questa traversata.Prendere il via a notte fonda ,attraversare i vari paesi mentre tutti dormono,veder sorgere il sole alle spalle della Pietra di Bismantova,citata anche da Dante in uno dei suoi più famosi scritti ,è un’atmosfera molto coinvolgente.L’avventura parte nel pomeriggio di venerdì a casa di Tallarita dove gli ultramaratoneti si radunano e da dove un pullmino del organizzazione ci viene a prendere per portarci in piazza Bentivoglio a Gualtieri.Serata all’insegna del buon umore e con un ottimo pasta party. Si scattano un pò di foto con l’Assessore e qualche ripresa per la tv locale a cura di Pietro Margini al quale va un grazie particolare per il suo lavoro sempre preciso e professionale.Lo stesso Margini ci accompagnerà lungo tutto il tragitto sempre pronto dietro ad una curva,sopra un muretto,appostato dietro un dosso ad immortalare con la sua telecamera i momenti salienti della corsa,i nostri visi stanchi e le nostre smorfie.Verso le ventitré e quindici si parte alla volta di Lido Po,località che vedrà lo start della gara,lì tra belle donne che si recano nei locali notturni e le zanzare che ci mangiano vivi iniziamo i soliti riti pre-gara e riempiamo la beuta d’acqua del Po che poi all’arrivo al Cerreto avremmo vuotato nel lago.Scocca la mezzanotte,al buio vede la luce un nuovo giorno ricco di energia e carico di speranza.Parte la staffetta.Tutti in gruppo,compatti in direzione di Reggio Emilia; c’è molta allegria,si ride alle barzellette dell’amico Fabio (l’altro atleta che correrà l’intero percorso) e si chiacchiera di tutto… La notte è lunga. I primi ristori si susseguono,le prime ore passano velocemente e del gruppo della partenza già qualcuno sale sui pullmini per poi ritornare in gara dopo qualche chilometro o qualche ora.Stiamo per arrivare nel capoluogo emiliano quando mi si stacca una lentina a contatto,mi fermo all’ambulanza,la rimetto su e recupero il terreno perso rispetto agli altri.Si arriva in piazza Tricolore,in pieno centro città,facciamo il giro intorno alla nuova e spettacolare fontana che con i suoi giochi d’acqua colorata dalle luci rende la notte meno cupa.Di corsa dal centro si arriva a piazza Prampolini,dove ha sede il comune della Città del Tricolore.Qui un uomo steso a terra accanto alla sua bici con gli occhi sbarrati è immerso nel suo mondo,chissà a cosa pensa… Usciamo dal cuore della città e ci portiamo verso la periferia.Rivalta,Puianello,Vezzano sul Crostolo.Mi accorgo che non c’è più l’amico Enrico,purtroppo si è dovuto ritirare a causa della forte umidità e ciò mi è dispiaciuto veramente.Gli incontri con dei personaggi strani continuano,tre giovani in strada al nostro passare si spogliano restando in mutande e scalzi corrono circa trecento metri insieme a noi con le loro amiche che sorridono fotografando e riprendendo il tutto….Mah???!!! La strada che dall’uscita della città era in leggera salita inizia a diventare più dura.Mi avvolgo nelle mie cuffie, ascolto la mia musica e canto le mie canzoni magari dando pure fastidio a qualcuno .Buio e silenzio avvolgono le strade,quelle stesse vie che quando le percorro in macchina alla luce del giorno sembrano avere un altro vestito,sembrano dirmi altre cose,sembrano non finire più.Passano i chilometri,gli atleti si avvicendano in gara ,resistiamo ancora in cinque che han corso tutti i chilometri. Monica decide di fermarsi un pò,è giusto così,rientrerà più tardi per correre la parte più dura del percorso e sarà un vero piacere vederla inerpicarsi molto bene su quei tornanti… STA RITORNANDO PIU’ FORTE DI PRIMA.La notte ormai sta per lasciare spazio alle prime luci dell’alba.Si arriva a Casina,le salite diventano molto “aspre” per la pendenza ,per la lunghezza ed anche per il numero di chilometri già corsi.Andrea a questo punto decide di fermarsi un attimo’,riprenderà anche lui con la parte più difficile del tracciato.Un paio di volte ho la tentazione di fermarmi per poi riprendere più tardi ma gli amici mi fanno desistere dall’intento e così vado avanti.Ormai il sole è alto ed un altro bel personaggio incontriamo…Un ragazzo s’inginocchia davanti a noi con una birra in mano e ci urla”Ragazzi vi stimo tantissimo”,secondo me stimava di più la bottiglia che aveva in mano. Si ferma anche Antonio per un problema che lo affligge da tempo,anche lui rientrerà dopo con dei sandali al posto delle scarpe.Arriviamo ad un ristoro dal quale poi ripartiremo soli in quattro,la salita non finisce mai.Qui mi accorgo che l’appoggio del piede sinistro non è uguale a quello destro,qualcosa non va,cerco di capire se la causa possa essere la strada sconnessa,qualche muscolo “che se ne va per fatti suoi” oppure il bacino non più in asse.Stringo i denti ma non mollo,mi pongo un traguardo dietro ogni curva e poi finalmente da lontano il nuovo ristoro,lo raggiungo e bevo il mio bicchiere di te seguito da un altro d’acqua frizzante a differenza di Fabio che mangia di tutto compreso della pizza che si è portato da casa. Si riparte.Ormai siamo a Cervarezza,sono rientrati anche gli amici che prima si erano fermati,è di nuovo un bel gruppo;ancora un po’ ed eccoci a Busana…  Soffrendo si arriva in centro a Collagna dove ci attende l’Autorità locale per uno scambio di saluti.Da qui in avanti c’è solo d’arrivare ai 1230 metri di Cerreto laghi.La strada,con i suoi tornanti che stringono la montagna in un abbraccio soffocante,sembra essere nostra nemica,insieme a Tallarita la corriamo lentamente senza mai camminare però.Giuliano Mainini che ha corso meno chilometri di noi e quindi più fresco rallenta spessissimo e si aggrega a noi ,c’incoraggia e ci da informazione sui ristori..una presenza veramente importante la sua a questo punto del percorso. Arriviamo ad un altro ristoro,gli altri atleti che sono fermi e gli addeti hanno ormai capito che io e Fabio siamo li a correrla tutta ci applaudono e c’incoraggiano.E’ tutto molto bello.Ripartiamo ed arriviamo all’ultimo pit stop…”Adesso si scollina”dice qualcuno,beh se scollinare significa fare altri due chilometri di salita e poi trecento metri di rettilineo allora abbiamo scollinato,però che strano scollinamento,ahahah.Mancano cento metri al traguardo,io e Fabio ci portiamo in testa al gruppo e superiamo la finish line felicissimi tra il tripudio generale ed in piazza si sente il mio urlo liberatorio.A questo punto prendo d’assalto il ristoro finale,bevo un pò e dopo qualche minuto mangio mezza crostata,della frutta e dei biscotti.Tra i tantissimi che mi fanno i complimenti,molti mi pongono una domanda:”Hai corso centododici chilometri e trecento metri senza mai mangiare,hai solo bevuto,come hai fatto?” Non mi sono dilungato troppo nella risposta gli ho semplicemente detto che è questione d’abitudine,in realtà dietro ci sono studi scientifici fatti e molto lunghi da spiegare.Mi sistemo un po’il look,rilascio un’interivista televisiva e poi subito al ristorante a pranzare tutti insieme.All’interno del locale ci viene consegnato un diploma con il percorso ed il numero dei chilometri fatti e qui io e l’amico Fabio ringraziamo tutti.Si termina con i saluti agli amici e si ritorna a casa con la consapevolezza di aver fatto un bell’allenamento e che il lavoro svolto fino a questo momento è perfetto nei tempi e nei modi e di ciò non posso che ringraziare il mio allenatore Vincenzino Esposito.Fisicamente ho terminato bene la gara,ho avuto modo di riprovare il gel che userò in Grecia e i Booster che sono veramente utili.Vorrei ricordare che gli organizzatori aderendo ad una proposta di Andrea Accorsi hanno devoluto parte del ricavato all’AISLA, Associazione Italiana Sclerosi laterale amiotrofica e questo è stato un gesto molto bello !!!