lunedì 7 maggio 2012

24 ore di Torino 2012 : Ancora una delusione...

Ho impiegato un pò di tempo a metabolizzare questa nuova sconfitta. Ci son volute tre settimane per capire dove avessimo sbagliato,ventuno giorni per scovare l’errore. Il fallo è stato che forse c’eravamo fidati troppo della dea bendata. Quella fortuna che tante volte ci aveva arriso ma che negli ultimi tempi non c’è stata amica. La 24 ore di Torino doveva essere la mia consacrazione in questa specialità. Volevamo una convocazione in nazionale che ho potenzialmente nelle gambe ,come indicano i vari test fatti e i moltissimi atleti della nazionale che mi conoscono ma purtroppo la realtà è stata, ed è, tutt’altra. La partecipazione alla gara piemontese è stata un disastro. Il nubifragio che si abbattuto su Torino ha vanificato mesi e mesi di allenamenti e tutti i sacrifici sono stati spazzati via, andati alla deriva in una notte di metà aprile. E’ dura da accettare,molto dura ma è la legge dello sport,si vince e si perde,si gioisce e ci si rammarica. Dopo la 24 ore di Venezia,quando per il troppo freddo di notte mi ero fermato giusto in tempo per non compromettere la possibilità di giocarmi un’altra chance non mi aspettavo di trovare condizioni ancora peggiori a Torino cinque settimane dopo. Alla fine però,dispiaciuto perché come sempre avevamo fatto le cose bene e in modo scrupoloso,ho preso atto della situazione. Con rincrescimento ma va bene così. Arrivato a Torino il giorno prima della partenza della corsa,ho ritirato il pettorale e sono andato subito in albergo,ho preparato con molta cura tutto l’occorrente per l’indomani mattina e sono andato a cenare. Alle venti subito a letto come giusto che sia alla vigilia di una manifestazione importante. Non nascondo però che ogni tanto lo sguardo andava fuori dalla finestra e purtroppo pioveva quasi sempre,nonostante ciò, fiducioso, ho trascorso la notte tranquillamente dormendo e riposando bene. Al mattino presto colazione con gli altri atleti e tutt’insieme abbiamo raggiunto il Parco Ruffini. Sistemato il ristoro personale e dopo aver scambiato qualche battuta sulla gara che da li a poco andava ad iniziare, ho atteso l’orario di partenza al coperto. Pronti via. Una leggera ma costante pioggia c’accompagnava e le prime ore di corsa passavano tranquille. Il mio passo costante faceva crescere in me la convinzione di una buona gara sempre consapevole però che questo tipo di manifestazione si decide durante la notte. Sul percorso qualche atleta girava a ritmi veloci,forse eccessivi ed infatti pagherà, dopo, il dazio dovuto a questa sua pazzia. Intanto però la pioggia aumentava... Calava la sera e per me era sempre tutto a posto. Nessun dolore,muscoli in buone condizioni,insomma stavo bene. Decidevo però di cambiarmi una prima volta perché ormai ero fradicio. Tutto fatto in modo molto rapido però all’improvviso,appena rientrato sul percorso la pioggia inizia a cadere in modo copioso vanificando difatti il mio pit-stop. Se forse avessi ritardato di un giro la fermata non avrei sprecato tempo e indumenti asciutti. Passano i chilometri e giungiamo alla tredicesima ora di corsa,sono nelle prime posizioni,sesto. Mi ricambio ancora perdendo molto più tempo di prima nonostante ciò tengo la posizione e continuo ad andare... Il problema è che adesso ho freddo e  rallento paurosamente. L’acqua veniva giù a catinelle così verso l’una di notte scelgo di rifermarmi e vedendo che l’obiettivo era compromesso prendevo la decisione di ripartire asciutto dopo che la pioggia almeno accennasse a diminuire tentando così come minimo il personale sulla distanza. Mi faccio fare i massaggi,aspetto un paio d’ore e riesco. Piove ma posso ancora centrare il traguardo dei 200km. La prima ora di corsa con gl’indumenti asciutti è uno spettacolo,corro che è una meraviglia ma poi... Poi fermatomi al ristoro e di nuovo fradicio faccio fatica a ripartire. Pensavo così, comunque, di camminare aspettando non so cosa. Quando però ancora una volta il freddo aveva fatto presa sul mio corpo,ho deciso di rientrare al caldo a riposare,mettendo fine alla gara. Una delusione,una grande delusione.

Adesso comunque bisogna guardare avanti con fiducia nonostante tutto. Una cosa è sicura, il programma delle gare è cambiato non avendo ottenuto il minimo per il mondiale di settembre e così posso anche dedicarmi a qualche gara lunga di quelle che piacciono tanto a me. La scelta è caduta sulla UltraBalaton,il periplo dell’omonimo lago in terra magiara a fine giugno,una corsa di 212km e, per non farci mancare niente, abbiamo deciso, come allenamento, di correre anche la 100km del Passatore a fine maggio,con quest’ultima gara che mi vedrà impegnato come testimonial dell’associazione “La Via Della Felicità”. Ad maiora.