domenica 13 marzo 2011

10^ Edizione Strasimeno: Ultramaratona nel parco del Trasimeno. Lo splendido periplo del lago.

La mia presenza alla decima edizione della Strasimeno affonda le sue radici in terra ellenica,nel bel mezzo di una fredda e tempestosa notte d’inizio autunno dell’anno scorso, quando un gruppetto d’italiani cercava,poi riuscendovi,di completare il percorso che da Atene conduce a Sparta lungo i duecentoquarantasei chilometri della Spartathlon. Fu in quell’atmosfera da tregenda dove quei prodi atleti si facevano coraggio gli uni con gli altri cercando in questo modo d’alleviare la fatica dei tanti chilometri corsi,con il loro fiato e le loro parole che s’impastavano con sudore e pioggia,che il mitico Popov mi parlò di questa gara che prevedeva il periplo del lago di Perugia. Me ne decantò le lodi con un tono così entusiasta che il giorno dopo, all’ombra della statua di Re Leonida,in quel di Sparta, gli confermai la mia presenza in terra umbra da li a qualche mese.Trascorsero stancamente i mesi ed intanto avevo inserito nel mio programma d’allenamento questa ultramaratona;sul foglio del calendario l’inchiostro mi diceva :”febbraio”,i giorni si accavallavano velocemente fin quando un pomeriggio mi arrivò una telefonata. ”Uè fratè,ti ho iscritto,ricordi?” Chi poteva essere se non lui,l’amico umbro,Filippo Poponesi che, facendosi forte della mia promessa, aveva proceduto all’iscrizione. Trovato ben presto un albergo che mi ospitasse non mi restava che rimanere in attesa del giorno della partenza. Ancora però una sorpresa mi aspettava,venerdì un messaggio fa capolino sul mio telefonino.”Pirla,vai giù per la Strasimeno? Se vuoi passo a prenderti e facciamo il viaggio insieme”. Da quel “Pirla” capisco, senza neanche vedere chi ne fosse l’autore, che quel testo non poteva che essere stato scritto da uno dei più forti tri-atleti italiani,al secolo Amedeo Bonfanti,il lecchese che ha sempre ben figurato in giro per l’Europa nelle gare di triathlon.Accordo subito trovato e sabato in tarda mattinata partiamo alla volta del centro Italia. L’allegria nell’abitacolo regna sovrana,la catena appenninica innevata ci tiene compagnia insieme ad un cielo grigio sempre più cupo. Fuori c’è freddo. Dopo qualche ora di viaggio e non prima d’aver pranzato arriviamo in macchina a Castiglione del lago,cosa che secoli fa sarebbe stata impossibile da farsi in quanto questa località era un’isola lacustre che poi avrebbe assunto l’attuale conformazione dopo una siccità che colpì la zona. La strada mia e di Amedeo si divide li per poi ricongiungersi all’indomani pomeriggio dopo la corsa. Vado a ritirare il pettorale,incontro l’amico Filippo che fa parte dell’organizzazione e mi intrattengo con lui per l’intero pomeriggio. Iniziano ad arrivare da tutte le parti d’Italia gli amici runners,foto,scambi di battute,saluti fanno da corollario al tempo che trascorre abbastanza tranquillamente ed in armonia,allietato anche dal caffè che il Comitato Strasimeno ci offre a fiumi. Intanto all’esterno i piccoli scrosci di pioggia del pomeriggio con l’avvicinarsi della sera,quando una volta di un blu scurissimo e minaccioso sta facendo un sol boccone di quel cielo plumbeo, diventano un concerto stonato di note cantato da un temporale impazzito che si abbatte sull’asfalto del borgo. Tutto ciò mi fa dubitare delle previsioni meteo che all’indomani mattina prevedono un pallido sole e circa tredici,quattordici gradi. Un rapido giro al pasta party dove riesco a mangiare un buon piatto di pasta e poi di corsa in albergo a Passignano sul Trasimeno che il giorno dopo vedrà l’arrivo della mezza maratona. Un mal di testa mi assale rubandomi tutti i buoni propositi per il giorno dopo,cerco di reagire ma mi addormento stancamente rapito da un sonno profondo. La sveglia suona alle sei. Colazione come solito pre-gara e poi il titolare dell’albergo m’accompagna alla partenza del pullman che mi porterà alla partenza. Con mia piacevolissima sorpresa non piove. In attesa del bus mi siedo su una panchina fissando lo specchio d’acqua che mi offre questo spicchio d’Italia. Davanti a me uno spettacolo di colori fantastico,il grigio perla dell’acqua che viene baciato in lontananza dal rosso del sole che nasce e che man mano sfuma nel rosa,diventando miracolosamente azzurro regalandone la tonalità anche all’acqua lacustre. La temperatura leggermente sale e di ciò ne trae giovamento anche il mio umore. Quella leggera tensione della sera precedente sta allentando la sua morsa e pian piano che l’astro lucente continua la sua corsa verso lo zenit mi abbandona completamente. Dopo il piccolo spostamento in torpedone sono a Castiglione del Lago, qui un nutrito gruppo di persone e di atleti gironzola ai piedi del borgo antico. Mancano cinque minuti alla partenza qualcuno mi prende in giro perché non vede la bandiera dell’Inter alla mia canottiera ma scherzosamente gli faccio notare che oggi sono,io,tutto vestito di nerazzurro a fare da vessillo,così dopo le solite avvertenze dello speaker ecco che echeggia nell’aria,prendendone giustamente possesso,il nostro Inno nazionale ,suonato per onorare la memoria di un altro figlio della Patria caduto nell’espletamento dei suoi compiti cioè facendo la guerra (nonostante si dica diversamente). Sono le 09.15 e, sul lungolago, “La decima Strasimeno ultramaratona nel parco del Trasimeno” ha inizio. Il colpo d’occhio è suggestivo,un’edizione da record confermeranno poi i numeri anche se i partenti saranno leggermente minori agli iscritti visto che qualcuno si è fatto intimidire e non poco dal meteo che nei giorni precedenti non è stato proprio nostro alleato. Dovendo fare solo un allenamento parto nella pancia del plotone,lì, dove si vive la corsa,dove si assaggia il sapore vero di questa bella passione e dove c’è il cuore che pulsa di emozioni che è poi l’essenza del nostro sport. I primi chilometri sono ad andatura lentissima poi mi regolo intorno ai 4’20” - 4’30” al chilometro e senza sforzo procedo. Lungo la via trovo il modo di chiacchierare,di salutare tanti amici e questo mi fa star bene e mi mette in armonia con l’atmosfera di festa che mi circonda. Un po’ prima del passaggio da Tuoro raggiungo Corrado che sarà mio compagno d’avventura fino a sette,otto chilometri dal traguardo. Corriamo molto in scioltezza ed abbiamo modo di scambiarci opinioni sulla gara. Con il passaggio a Tuoro sul Trasimeno la mia mente non può che riportarmi ai libri di storia i quali ci narrano che in questo territorio fu combattuta la più importante battaglia della seconda guerra Punica tra i romani ed i cartaginesi di Annibale. Dopo Tuoro proseguiamo verso il traguardo della mezza maratona a Passignano sul Trasimeno,con la sua rocca che ci guarda dall’alto. Accompagnati sempre dalla nostra preziosa ed instancabile Sabina che ci segue in bici ci portiamo verso la sponda orientale del lago,verso Magione dove,verso la metà del millennio scorso, fu ordita una congiura,poi finita nel sangue,ai danni di Cesare Borgia. Fin qui un percorso molto bello ma croce e delizia per gli atleti, fantastico per il piacere degli occhi ma un pò meno per le gambe con un paio di belle salite che rompono il passo. Belle e lussureggianti le colline che ci circondano,gli uliveti tutti in fila come soldati che marciano,tante piante in fiore sono il preludio della bella stagione che è alle porte,il lago che accarezza la costa e il sole che bacia le nostre teste è un paesaggio che sembra essere uscito da una cartolina o da una quadro. Intanto io e l’atleta dei runners di Bergamo continuiamo a scalare posizioni rimanendo però sempre con un passo costante. Ormai il traguardo della maratona è li a due passi in viale Cefalonia a Santarcangelo,decidiamo di passarlo insieme fianco a fianco. Subito un ristoro,un piccolo tratto non asfaltato e una sosta fisiologica così riprendiamo la via verso il traguardo finale. La giornata è primaverile c’è un bel tepore nell’aria,la temperatura è alta tranne quando passiamo all’ombra di piante o abitazioni dove un bel freschino sembra essere un’oasi nella quale rifocillarsi. Dopo circa tre ore e venti di corsa nel bel mezzo di una salita presa,forse,un pò allegramente,come un fulmine a ciel sereno,vado in leggera difficoltà. Mi viene in soccorso Corrado che raggiungendomi al ristoro in cima alla strada mi porge un suo gel,così dopo una ventina di minuti inizio a stare meglio e riprendo sicuro il mio incedere. Ormai Castiglione del lago si vede in lontananza e sembra un miraggio,il problema di prima è svanito ma questa volta è il buon Pasotto che mi fa sapere tramite la Sabina che sta perdendo colpi e sta accusando una flessione. Molto tranquillamente,in modo lucido e giusto dico alla nostra indefessa musa accompagnatrice di dargli il mio ultimo gel. Inevitabilmente i cinquanta metri che avevo di vantaggio iniziano a dilatarsi. Comincio a fare corsa da solo,raggiungo e supero tanti fortissimi atleti che accusano problemi. Quella chimera del traguardo che s’intravedeva lontana adesso inizia a materializzarsi. Un venticello contrario che mi ha accompagnato lungo tutto il percorso sembra aumentare. Questa brezza che vola leggiadra sulle lacustri acque,leggenda narra che sia il lamento della ninfa Agilla alla ricerca del suo principe,appunto Trasimeno,figlio del Dio Tirreno,annegato in queste acque perché sedotto da lei. Ormai sono ai piedi del borgo medioevale,nella parte moderna di Castiglione,ancora un’ultima e lunga salita. Stringo i denti accorcio il passo come si conviene in questi casi e m’inerpico su questa erta. Imbocco la porta che mi spalanca il centro storico. Adesso un lungo e dritto violone m’accompagnerà fino al traguardo. C’è tanta gente che m’incoraggia e applaude la mia corsa,piazza Gramsci è lì,ancora centocinquanta metri e poi il passaggio sotto il traguardo con lo speaker che annuncia il mio arrivo in quindicesima posizione in quattro ore e ventisette minuti ed i fotografi che immortalano in un fotogramma quel mio attimo di felicità. Aspetto Corrado che arriva qualche minuto dopo di me e facendogli i complimenti lo abbraccio, avvolgo tra le mie braccia,ringraziandola,anche la solerte Sabina che con tanta pazienza e dedizione ci ha accompagnato lungo il percorso rivelandosi veramente preziosa con la sua simpatia ed il suo modo di fare. Il ristoro li a due passi mi aspetta,ritiro velocemente il borsone a pochi metri e poi col pullmino messoci a disposizione dall’organizzazione vado subito a fare la doccia. Dopo mezz’ora ritorno in piazza ad applaudire gli arrivi di altri atleti ed intanto mi stendo al sole che reclama il suo spazio sul mio viso già abbronzato. Scopro,leggendo attentamente la classifica, di essere arrivato secondo della mia categoria e vado a ritirare un bel premio. Incontro Amedeo ,facciamo un salto in gelateria dove un mega gelato al gusto di limone e fragola rallegrerà il mio palato e con l’Inter che sta avendo la meglio sul Genoa sto vivendo un momento magico. Subito dopo, però, via di corsa verso casa… La giornata non è ancora finita mi aspettano tre ore e mezza di viaggio in macchina ed una notte lunga da lavorare. Voglio ringraziare gli organizzatori che da anni ci offrono con tanti sacrifici questa bella corsa tenendo anche conto dello sforzo organizzativo della gestione di cinque arrivi lungo il percorso figli di altrettante gare in modo da poter dare a tutti la possibilità di correre in riva al lago. Un grazie particolare però va all’amico Popov che in una lontana notte piovosa in Grecia mi fece innamorare di questa corsa.

martedì 8 marzo 2011

XIV Maratona delle Terre Verdiane: Tranquilla e fredda.

In una fredda domenica d’inverno nelle terre che furono di Giuseppe Verdi si è corsa la XIV edizione della Maratona delle Terre Verdiane,un evento podistico che da anni è una meta fissa di tutto il movimento dell’Emilia che corre e non solo. Confermando le previsioni meteo la giornata si presenta già all’alba con tutta la sua voglia di farci capire in quale stagione dell’anno siamo. Onestamente non mi scoraggio per niente ed insieme all’amico Andrea ci rechiamo nella ridente località termale di Salsomaggiore dove uno stuolo di volontari già dalle prime luci del mattino sta preparando via Matteotti la quale da li a poco vedrà la partenza di un nutrito gruppo di corridori che con il proprio incedere sveglierà la piccola cittadina ducale dal suo torpore. L’approdo su questo versante di pianura padana e l’incontro con tanti amici è il preludio ad una bella anche se gelida giornata di corsa .Al ritiro dei pettorali nel palazzo dei Congressi ci accoglie una simpatica e solerte ragazza che non trova i nostri nomi nelle iscrizioni,le spiego che ne siamo stati omaggiati da parte dell’organizzazione, così ricontrollando dopo neanche qualche minuto e quasi scusandosi ci da le buste con dentro tutto quello che serve per correre. Il freddo così come le persone che arrivano va aumentando,il centro maratona diventa una babele di dialetti ed il tempo che pare scorra lento, quasi sembra volerci preservare dalle avverse condizioni climatiche ma purtroppo è solo una pia illusione,le lancette dell’orologio vanno avanti inesorabilmente ed ormai mancano quindici minuti alla partenza. Andiamo a consegnare le borse ai vari camion e ci portiamo sotto il gonfiabile. Qui un gruppo di persone molto più compatto del solito quasi come a voler fare fronte comune contro il nemico generale inverno attende con ansia lo start .Pronti,via. Il torpedone multicolore inizia a prendere movimento prima lentamente e poi sempre più veloce lungo il violone del centro parmigiano. I primi dieci chilometri di leggera discesa illudono i meno esperti che aiutati dal declivio della strada credono in un miracolo cronometrico tranne poi esserne traditi quando il percorso diventa più regolare. Tante sono le voci :”Stamattina sono in forma…”,”Sento le gambe che vanno da sole…”,”Mi sembra di volare,faccio il personale…”,li ascolto e dentro di me quando mi passano sorrido pensando che stiano commettendo un piccolo errore di calcolo ma nello stesso tempo sono felice per loro perché stanno vivendo appieno il loro sogno così come lo hanno immaginato nella speranza però che non restino delusi lungo il tragitto. Una pioggia mista neve mi fa compagnia il mio passo da 4’27”/30”al km mi preserva da strane sorprese,un ritmo da allenamento lento, come è tale per me questa corsa, può andar bene. Dopo una decina di chilometri giungiamo al Fidenza Village dove non tantissime persone,purtroppo, guardano al nostro passaggio. Mi fermo a tutti i ristori com’è mia abitudine e dopo un pò raggiungo uno dei miti dell’ultramaratona italiana,Livio Tretto,un atleta che tanto ha dato in termini di chilometri all’intero circus podistico italiano. Facciamo un pò l’elastico nel senso che essendo io leggermente più veloce lo stacco ma poi complice la temperatura bassa e il mio ritmo vacanziero mi fermo qualche volta in più per qualche “sosta tecnica”così mi raggiunge e mi prende in giro. I chilometri passano via come i rintocchi delle campane che si odono lungo il nostro passaggio nei vari borghi che si alternano. Sulla strada,in compagnia della sua fidata macchina fotografica, uno stoico e immarcescibile Stefano Morselli immortala la nostra corsa regalando ai posteri le nostre facce vinte chi più chi meno dalle podistiche fatiche. I vari traguardi intermedi si susseguono,il passaggio dal castello di Fontanellato,poi il centro di Soragna,di seguito la casa del sommo Verdi,sono il bel ricordo dell’Italia che fu ed è tutto molto caratteristico e particolare. Adesso c’è solo l’arrivo a Busseto,il percorso,che l’anno scorso fu triste e povero per la scarsità di corridori,quest’anno complice la brillante l’idea di far partire la 30km dal Fidenza Village,è molto più vivo. Sfruttare l’enorme spazio dell’outlet,utilizzare questa corsa fondendola con la maratona regalando a tutti un unico arrivo,in quel di Busseto è stata una scelta azzeccata ed intelligente vista anche l’ampiezza della sede stradale che non comprometteva ne l’incolumità ne il risultato di alcuno. Lungo la via melodie Verdiane accompagnano i nostri passi sull’asfalto,mi sembra di essere a teatro tanta è la suggestione. Inizio a sentire freddo alle mani e così decido di finire in progressione. Mancano dieci chilometri,mi metto alla media di 4’00”al km,le gambe girano meravigliosamente,mi sento molto bene e nessun problema mi affligge. All’arrivo nella piazza centrale di Busseto con Verdi che mi guarda le spalle ,la voce dello speaker Roberto Brighenti rimbomba nell’aria in modo fragoroso ed incoraggia tutti gli atleti come solo lui sa fare, chiudo tranquillamente il mio allenamento un pò sopra le tre ore e sei minuti. Riprendo il borsone in modo molto rapido,mangio velocemente un piatto di pasta e mi metto alla ricerca dell’organizzatore Giancarlo Chittolini,lo ringrazio per avermi dato la possibilità di correre gratis e poi felicemente torno verso Reggio Emilia,dove mi aspetta una domenica pomeriggio di lavoro. Per concludere faccio i miei complimenti al C.O. perché non è facile gestire tante manifestazioni all’interno di un’unica kermesse e se lo ha fatto significa che è proprio bravo.