martedì 23 dicembre 2014

19^ Maratona di Reggio Emilia..."Il mio racconto...". (Dal sito:www.podistidoc.it)


19^ Maratona di Reggio Emilia..."Il mio racconto...". (Dal sito:www.podistidoc.it)

19^ Maratona di Reggio Emilia. (Dal sito:www.podisti.it)

19^ Maratona di Reggio Emilia. (Dal sito: www.podisti.it)

19^ Maratona di Reggio Emilia... " E' il momento di decidere..." .

Anche quest'anno è stato un successo. Ormai la Maratona di Reggio Emilia è una consolidata realtà nel panorama podistico nazionale e sta iniziando ad esserlo anche per atleti d'oltre confine. I fatti parlano chiaro: 3322 iscritti, 3037 atleti al via. Un incremento di quasi il 10% rispetto a quelli che erano i numeri dell' edizione precedente. Un aumento, credo, inaspettato, che ha colto quasi di sorpresa tutti visto le statistiche nazionali in fatto di partecipazioni a gare simili; ma questo notevole balzo in avanti è stato gestito abbastanza bene dagli organizzatori. Alla fine tutti contenti: dal Presidente "operaio" Paolo Manelli, a tutti i volontari, agli atleti, agli accompagnatori e, non ultima, la Città con la sua classe politica. Molti cercano di carpire i segreti che fanno della maratona emiliana una gara con un elevato livello di qualità, segno tangibile dell'ottimo lavoro svolto dalla Tricolore Sport Marathon che organizza l'evento.

A questo punto però bisogna porsi dei quesiti:

1. Le vie del centro storico (con qualche buca di troppo) riusciranno a supportare in futuro altri aumenti di partecipanti? Già quest'anno l'hanno fatto, ma a fatica e a limite,un surplus sarebbe troppo.

2. Si può pensare al numero chiuso? Per me bisogna andare in questa direzione e fermarsi a 2500 iscritti. Il palazzetto comincia ad essere stretto e i volontari non possono sempre fare i miracoli. Si potrebbe cambiare la location della partenza e del centro maratona spostandoli alla Fiera, ma poi il percorso della gara perderebbe uno dei suoi punti forti, perché si svilupperebbe in altre direzioni.

E' l'ora delle scelte e delle decisioni: qualità o quantità?

Caro Manelli, aspettiamo...

Il sindaco Vecchi ha dichiarato che per la ventesima edizione, la prossima, vorrà una partecipazione record e le cose fatte ancora più in grande e s' impegnerà in prima persona affinché tutto ciò possa avverarsi. Bene, facciamo un nodo al fazzoletto e vediamo questo suo spendersi, questo suo entusiasmo quale contributo ulteriore porterà.

Anch'io ho partecipato alla maratona, decidendolo la sera prima. Un ottimo allenamento in compagnia, godendo della simpatia e dell'allegria di tutti. Grazie!

domenica 19 ottobre 2014

Omaggio a Ciro Di Palma da parte del Coordinamento Inter Club Campani (Dal sito www.clubcampani.it)


Omaggio a Ciro Di Palma da parte del Coordinamento Inter Club Campani (Dal sito www.clubcampani.it)

24 ore di Putignano 2014..."Cirinho,assente ingiustificato."

Ho sempre creduto che i migliori insegnamenti potessero venire dal mondo dello sport e la 24 ore di Putignano è stata un fulgido esempio del mio pensiero.La collaborazione fattiva tra le tre società podistiche cittadine che ha dato alla luce la Run and go, il team che ha magnificamente organizzato l’evento, composto tra l’altro da diverse gare, è la dimostrazione di come si vince quando si fa squadra e si pone come unico obiettivo il bene comune; così anche l’interazione con le forze politiche della città è stata sinonimo d’intelligenza,segnale questo di un guardare oltre che non è da tutti. La ciliegina sulla torta poi l’ha posta un volto noto dell’ultramaratona, l’amico Vito Intini che,organizzando in collaborazione con la Iuta un raduno per gli atleti della nazionale della 24ore, ha dato ancora più prestigio all’intero corso.Grandissima passione ed entusiasmo hanno messo gli amici pugliesi per una kermesse che ha coinvolto l’intera
popolazione, ben informata e orgogliosa di tutto quello che andava svolgendosi non come da altre parti dove questo genere di eventi é vissuto con fastidio e visto più come intrusione che come risorsa. Voglio anche aggiungere che ho trovato,Putignano, un paese pulito, ordinato con una cittadinanza educata e gentile ,cose che ,forse, ad altre latitudini non sempre si riscontrano, sfatando diversi atavici luoghi comuni.Le gare in programma si sono svolte nella zona industriale di Putignano che ha la fortuna di avere nelle sue adiacenze un bel centro sportivo, questo binomio ha fatto in modo d’ avere a disposizione un’ottima logistica,fornendo ampi parcheggi, spogliatoi, docce e zona notte, tutto nell’arco di pochi metri,vicinissimi al percorso della gara.Un giro da millequattrocentosedici metri da ripetere più volte.Questo anello,ripavimentato per l’occasione a spese degli Organizzatori e dotato di un asfalto molto drenante, ha saputo far fronte ad una
forte tempesta di acqua e grandine abbattutasi per circa un’ora sulla cittadina pugliese. Per centoventi minuti gli atleti hanno galleggiato causa l’impressionante quantità di pioggia che é venuta giù ma poi tutto é rientrato nel giusto alveo,tenendo botta anche ad altre precipitazioni sparse e copiose che si sono verificate lungo le ventiquattro ore delle prove. Un plus di questo tracciato é stata la zona ristori, uno spazio di circa cento metri al coperto dove tutti gli atleti hanno insidiato il loro quartier generale. In questo luogo erano presenti:I rifornimenti, il posto medico, la musica che allietava i passaggi degli atleti ed un punto di controllo tempo che insieme agli altri due presenti sul tracciato ha reso impossibile qualsiasi tipo d’imbroglio, come purtroppo altrove si é verificato in passato. Percorso ottimamente illuminato tranne in un punto,all’ingresso della zona coperta in cui data la presenza di un piccolo “gradino”, di notte e
con la stanchezza poteva presentarsi una criticità.Altri due punti del tracciato potrebbero essere migliorati, addolcendo la curva che porta sul rettilineo del traguardo ed eliminando la piccola salita posta a meta`. I ristori sono stati buoni : C’era tutto quello che ad un’atleta serve e di sera anche pasta, riso e brodo hanno fatto la loro abbondante presenza.Durante la notte, te caldo e caffé hanno tenuto svegli e riscaldato tutti. Sul percorso data la concomitanza di diverse gare, non ultime le staffette, c’è stato sempre ritmo e brio anche nelle ore più buie della notte.Le numerose premiazioni finali al coperto e un buon pasta party hanno concluso un bel fine settimana pugliese che ha visto tutti vincitori: Organizzatori,atleti, cittadinanza e politici.Una considerazione: Credo che gli amici di Putignano possano ambire ben oltre dall’organizzare un campionato italiano. Un rammarico:Forse il numero esiguo dei partecipanti, una manifestazione
così, meritava ben altri numeri.Speriamo meglio il prossimo anno. Anche io ho partecipato alla 24 ore di Putignano essendo stato, per la prima volta, convocato per un raduno con la Nazionale della specialità.Sono arrivato carico d’entusiasmo e con molta voglia di ben figurare al cospetto dei tecnici e del Presidente della federazione, purtroppo i miei sogni e la mia voglia sono naufragati al cospetto di una giornata no.Iniziamo con ordine, qualche mese fa mi é arrivata una mail dalla Iuta che m’invitava a questo ritrovo e così invece d’andare a Grenoble, decidiamo di far rotta su Putignano ritenendo di notevole valore la chiamata e valutando positivamente il dover cementare il rapporto con gli altri atleti azzurri. Gli allenamenti, la grinta e la fiducia in quello che stavamo facendo e i risultati buoni ottenuti in precedenza hanno fatto volare i giorni che mancavano alla partenza direzione Puglia. Arriva la vigilia ed insieme al Maestro Tallarita,
Stefano Montagner, due pilastri della squadra azzurra e a Salvatore, all’esordio sulla distanza partiamo in macchina verso il sud. Il viaggio é lungo, un pranzo in autogrill e il racconto di tanti aneddoti fanno in modo che il tempo scorra piacevolmente. Arrivati nella cittadina nota per il carnevale, ci rechiamo in Comune per il briefing e poi al ristorante per una cena offerta dalla federazione. La serata trascorre gradevolmente e verso le ventitre, tutti a letto. All’indomani mattina, ricca colazione e poi direttamente al ritiro pettorali, non prima di qualche simpatico siparietto con Daniele Baranzini, vincitore poi della gara.Arriviamo al centro sportivo e già il cielo plumbeo minaccia pioggia.Al ritiro pettorali mi viene assegnato il numero 47 che nella smorfia napoletana é associato al “MORTO”, già li dovevo pagare, salutare e andare via, invece stoico mi dirigo alla partenza. É mezzogiorno e le gare prendono il via.Come sempre gli atleti
delle corse piu` corte hanno un passo più veloce mentre noi siamo più lenti e compassati. Il mio è un incedere costante fino a quando verso le quattordici la realtà conferma quello che erano le previsioni, pioggia. Non smette più, inizia a grandinare, è un lago e noi tanti anfibi che cercano d’attraversarlo. Smette e dopo centoventi minuti é già tutto asciutto.Verso la quinta ora sento che si forma una vescica sotto il piede sinistro che mi fa correre con una postura sbagliata caricando sull’altra gamba. Dopo un terzo di gara inizia a farmi male il ginocchio destro, stringo i denti e proseguo.Verso la quindicesima ora mi fermo cinque minuti ma quando riparto il ginocchio é bloccato, continuo e qualche volta appoggiando il piede destro a terra sento come se il ginocchio mi scivolasse giù. Faccio altri giri, Tallarita m’incita cercando di tenermi su il morale. Mi passa i rifornimenti, come ha fatto sempre,passaggio dopo passaggio non facendomi
mai mancare una parola d’ incoraggiamento.Dopo oltre i due terzi di gara arrivo mio tavolo e dico che finisce li.Mi nascondo dietro a un pilastro e inizio a piangere dalla rabbia, mi stendo a terra ed inizio a imprecare e ad inveire contro me stesso. Mi ripeto che ho buttato anni di sacrifici ed ho fatto perdere tempo a chi mi ha seguito in questo tempo.Mi rialzo, vado dal medico, facendomi mettere del ghiaccio e con una vistosa fasciatura al ginocchio riparto.Cammino, il l`arto è sempre bloccato, ritorno al mio tavolo ed alzo bandiera bianca.Quella che doveva essere una consacrazione diventa una vera e propria Caporetto. Cosa mi resta di questa ventiquattro ore? Tante cose: L’affetto che tanti amici pugliesi hanno avuto nei miei confronti, l’orgoglio di essere stato convocato ad un raduno della nazionale e dall’aver corso controllato dagli occhi vigili del selezionatore azzurro. Ancora nel cuore porterò sempre la forza che il Maestro Tallarita ha
tentato d’infondermi durante la gara, sono convinto che, se avesse potuto, m’avrebbe dato un suo ginocchio pur di farmi continuare.Non cerco alibi, non attribuisco colpe a nessuno, la mia è stata una disfatta.Sono uno sportivo e accetto la sconfitta.Adesso aspetto le convocazioni per il mondiale del prossimo anno, mi metto a disposizione e resto in attesa.Sperare e coltivare un sogno non costa niente ma sono fermamente convinto che il lavoro che abbiamo svolto sia stato giusto. Se non dovesse essere cosi pazienza, ci saranno stati altri piu` bravi di me ed io sarò il primo a fare il tifo per i miei compagni. E` lo sport amici,é lo sport. Ultima nota, vorrei dire all’amico Intini che non ha avuto senso spostare la data di questo evento sperando d’evitare le bizzarrie del meteo.Quando gareggiamo insieme, può essere anche luglio o agosto, avremo sempre una gara funestata dal cattivo tempo e lui lo sa… Fano, Venezia, Torino, Putignano. Meglio lasciarci
con un sorriso e con una speranza,la mia per il mondiale… Ad maiora

24 ore di Putignano 2014... "Cirinho, assente ingiustificato." (www.clubsupermarathon.it)

24 ore di Putignano 2014 ..."Cirinho,assente ingiustificato." (Dal sito www.clubsupermarathon.it)

lunedì 29 settembre 2014

(Video) C'è solo l'Inter per Reggio Emilia 23 09 2014


100 miglia di Berlino 2014 : Il giro del Muro che non esiste più.

Pagina facebook : Trail Ultra Italia.
Enrico Vedilei:
Messaggio da Berlino da parte di Antonio Tallarita e dedicato a Ciro Di Palma,con preghiera di pubblicarlo.
“Grazie Ciro... Senza di te sarebbe stata la mia Waterloo. Segno di grande amicizia e rispetto. L’allievo che per ottanta chilometri “coccola” il maestro e lo aiuta ad essere grande,sacrificando un risultato internazionale che sarebbe stato di rilievo. Ringrazio anche Andrea Boni Sforza per aver fatto da assistenza e aiuto morale con una bici noleggiata a Berlino. Che squadra,complimenti a tutti. “
Io la mia gara l’ho vinta così...
L’anno scorso, un carissimo amico, di ritorno da Berlino, mi parlò di una gara podistica a cui aveva partecipato  che si sviluppava lungo quella che una volta vedeva la presenza di uno dei più grandi scempi dell’umanità,l’aberrante muro di Berlino. Lo fece con tanta passione e con dovizia di particolari che m’incuriosì molto. Trascorse qualche giorno,feci delle verifiche e, complice il fatto di non essere mai stato nella città teutonica,mi venne il pensiero  che una capatina al di la delle Alpi la potevo anche fare. Parte il progetto. Chiamo Andrea,il mio accompagnatore  in questo genere di manifestazioni e nel giro di qualche minuto anche lui viene rapito da questa nuova avventura. “Anzi,sai cosa ti dico? Ti seguirò in bici lungo tutti i centosessantuno chilometri del percorso...” . Bingoooooooooo !!!  E’ dicembre,nel giro di qualche giorno avremmo già formalizzato l’iscrizione alla gara, prenotato l’albergo e preso  i biglietti aerei; la gara sarà ad agosto e nelle intenzioni dovrebbe essere una vacanza sportiva. Mancano otto mesi,il tempo c’è ed inizierò a prepararla più avanti. Nel frattempo il maestro Tallarita ,mio mentore, una sera mi dice:” Quasi,quasi vengo anch’io...” .Passerà qualche settimana e anche il suo nome sarà nella lista dei partenti. A questo punto però cambiano alcune cose. Ho conseguito dei buoni risultati  nella prima parte dell’anno e quella che doveva essere una gita di piacere diventa,naturalmente dopo una consultazione tra di noi: “ A Berlino non andremo in vacanza ma per fare la gara,magari correndo insieme ed il tempo finale dovrà essere intorno alle sedici ore “. E’ una prospettiva che mi stimola tantissimo e ,in ottica gare da ventiquattro ore, sarà sicuramente propedeutica verso buoni risultati. E’ primavera. Inizio a contattare persone che hanno partecipato a questa gara nel 2013 ,atleti e accompagnatori. Ascolto attentamente i loro resoconti,i loro consigli e prendo appunti. Un particolare però mi colpisce in maniera fulminea,tutti finiscono la loro cronaca così: “ Fai attenzione,si sbaglia facilmente strada lungo il percorso”.  Quest’ultimo dettaglio un pò d’apprensione addosso me la metterà ma, dopo il briefing della vigilia e le prime segnalazioni appena dopo lo start, si dissolverà. Effettivamente, alla fine posso affermare che è difficile sbagliare e se dovesse succedere la colpa sarebbe dell’atleta non attento. Noi in gara saremo disattenti e faremo un paio di chilometri in più. E’ maggio. Dalla Germania gli Organizzatori ci fanno sentire la loro vicinanza attraverso mail con indicazioni e consigli molto utili, poi un pensiero graditissimo e gentile ci arriva via posta;una cartolina con il percorso con sul retro i saluti scritti di pugno e non stampati da parte del Presidente del Comitato Organizzatore. Gli allenamenti si susseguono ed arriva anche il giorno della partenza. Bologna – Berlino ,è un attimo .Arriviamo in Germania,prendiamo un taxi e in meno di mezz’ora siamo in albergo, in pieno centro nei pressi di Alexander Platz. Lungo tutto il tragitto,riesco a percepire ciò che è stata Berlino negli anni passati ed un brivido freddo mi sale lungo la schiena. E’ pomeriggio,facciamo una passeggiata per prendere contatto con questa nuova realtà. Torniamo in albergo,ceniamo e poi subito a letto. La mattina seguente  è tutta dedicata alla conoscenza della città; muniti di una guida cartacea la giriamo in lungo e in largo toccando vari punti interessanti e di rilevanza storica. Anche questa giornata trascorre serena perché è nella mia mentalità pensare alla gara dal giorno prima,senza stressare me e la squadra. E’ venerdì, vigilia della Cento miglia di Berlino. Colazione,giro in centro con gli amici romani  anche loro della contesa e poi ritiro pettorali , briefing e pranzo con gli Organizzatori. Tutto perfetto,anche se la riunione è un po’ lungo però c’è anche da dire che viene fatta in tre lingue :Tedesco,inglese e italiano. Dopo aver rispettato il cerimoniale, l’unico problema nostro rimane il noleggio della bicicletta. Gli orari per l’affitto sono dalle 08.00 alle 23:00 e le bici sono del tipo da città,senza cambio e con selle dure... Andrea dice di non preoccuparci,penserà a tutto lui l’indomani mattina e  ci raggiungerà strada facendo perché ha il tracciato sulla cartina e conosce quelle che saranno le nostre andature. Il pomeriggio vola via in un attimo,arriva sera,preparo tutto l’occorrente per la gara e vado a letto abbastanza alla svelta. Sveglia molto prima dell’alba,colazione prestissimo e poi con ancora il buio che avvolge la città,un pullman dell’Organizzazione ci porta al campo sportivo dove da li a breve ci sarà la partenza. Ritiro chip veloce, le solite e immancabili foto con gli amici e poi, avendo a disposizione ancora mezz’ora,mi metto in un angolo seduto,rilassato e m’addormento un po’. Manca pochissimo ormai,raggiungiamo la pista d’atletica ed inizia il conto alla rovescia... Si parte. Io e Tallarita abbiamo deciso di fare gara insieme e siamo affiancati da subito. In lontananza vediamo un giapponese che parte sparato ed esce dal campo molto prima degli altri,avrà poi dei problemi ma comunque arriverà al traguardo nelle prime posizioni. Si corre in una Berlino che ancora dorme,in strada pochissime persone e poi noi,questo torpedone umano che vaga per la città. Facciamo un bel giro,andando a toccare molti monumenti significativi della città. Un particolare simpatico è che ai semafori,da regolamento,se troviamo il rosso per i pedoni ci dobbiamo fermare anche se non passa nessuno,pena la squalifica, per questo quasi sempre ci ricompatteremo in vicinanza dei segnalatori.  Passiamo ad un ristoro e ci consegnano una rosa facendocela appoggiare nel luogo dove fu ammazzato Peter Fechter,persona a cui è dedicata la manifestazione;un gesto molto toccante e da li a poco il marciapiede sarà ricoperto da un mare di fiori. Dopo qualche chilometro ci avviamo verso la periferia e costeggiamo per quasi un chilometro e mezzo quello che è rimasto del famoso e famigerato muro,adesso, ricoperto da splendidi murales,da qui in poi inizierà a cambiare anche l’architettura della città. Si passerà in quella che una volta era Berlino est. Palazzi senza balconi e solo con finestre, tutto somiglia a un immenso casermone in cui domina il colore grigio. Sulla pista pedonale dove corriamo e talvolta sui marciapiedi una diversa colorazione o una differente collocazione dei sanpietrini ci indicherà che li c’era stato il muro e noi ne staremo seguendo il percorso. Cambiano anche gli scenari,si passa dal costeggiare il fiume,alla campagna,dall’asfalto,allo sterrato,dalla città al bosco .Tutto molto bello. Noi proseguiamo in modo regolare e con leggero vantaggio sulla tabella di marcia. Ci fermiamo a tutti i ristori e ripartiamo. Problemi sembrano non essere presenti. I primi sessanta chilometri trascorrono chiacchierando e scambiandoci opinioni. In un arco temporale di circa tre,quattro minuti ci sono gli atleti che occupano dalla quinta alla tredicesima posizione e noi siamo li. Arriviamo ad un incrocio e stiamo correndo al fianco della ciclabile dove dovremmo essere,non vediamo l’indicazione che mostra la direzione e sbagliamo strada. Dopo circa trecento metri accorgendoci dell’assenza, dopo il bivio ,della segnalazione di conferma iniziamo ad avere il dubbio d’aver sbagliato. C’è Andrea davanti con la bici e se ci fosse qualcosa di errato se ne sarebbe accorto. Proseguiamo,correremo altri settecento metri e il nostro aiutante venendoci incontro ci dirà che abbiamo preso una direzione non giusta. Torneremo dietro ed effettivamente all’incrocio di prima  non essendo stati attenti avremmo commesso un errore. Poco male,alla fine faremo solo due chilometri in più. Fino a questo punto Antonio ha fatto l’andatura,m’ha dato molti consigli sulla gestione del fisico e delle gare,mi ha spiegato tante cose ,per me, è come se fossi andato a scuola ,in più mi dava anche  le caramelle come si fa ai bambini.Verso il settantesimo chilometro però lo vedo in leggera difficoltà,mi dice che ha problemi ai metatarsi,stringe i denti ma credo che entri in una spirale negativa. Proseguiamo e arrivati al ristoro dell’ottantesimo circa, mi dice :”Vai Cirinho,non compromettere una gara internazionale,puoi arrivare tra il terzo e il quinto posto. Lasciami qui.”. Non lo ascolto neanche,facciamo una sosta più lunga,si bagna la testa,prende fiato,mangiamo qualcosa e ripartiamo. Io sono con lui. Arriviamo ad un altro ristoro e il Maestro non vedendo un piccolo scalino,cade rovinosamente. Lo aiuto a rialzarsi e si prosegue. Cerco di tirargli su il morale ma vedo che soffre di dolori allucinanti. Mi ripete :”Vai,vai...” ma io arrivato ad un certo punto gli rispondo:” Antonio,tutti sanno che avremmo fatto la gara insieme,così sarà e lo sarebbe stato a prescindere. In una corsa uniti, Antonio Tallarita non può e non deve arrivare dopo Cirinho è una questione di rispetto nei tuoi confronti e poi io non lascio un amico in difficoltà. Ci saranno altre gare e se non ce ne dovessero essere,pazienza. Quindi andiamo avanti e ti prometto che non farò parola con nessuno di tutto ciò !!!  “ . Il cielo plumbeo inizia ad annerirsi ed un primo acquazzone ci prende senza darci scampo. Tallarita mette qualcosa per ripararsi dall’acqua ed io niente continuo imperterrito. Vedo Andrea che ci anticipa in bici tutto bagnato e con addosso solo uno smanicato antivento catarifrangente. Che grande amico, mai una lamentela,sempre pronto a farci coraggio ed a chiederci cosa volessimo al prossimo ristoro in modo da farcelo trovare pronto. Ormai inizia a calare la sera,le ombre si allungano ed anche la stanchezza inizia a farsi sentire. Il nostro uomo in bike in questo momento s’accorge che il faro non funziona ed è un bel guaio. Gli do la mia lampada frontale in modo che  la possa utilizzare precedendoci ed io sfrutto i led del mio cappellino e la vicinanza di Tallarita munito di luce. La segnaletica del percorso sui pali è perfetta e si vede benissimo nonostante consti di piccole frecce ma fluorescenti. Nel buio grido io la direzione essendo quasi sempre un passo più avanti. Siamo al centoventesimo chilometro e nonostante tutto abbiamo ancora un leggerissimo vantaggio sulla tabella di marcia. Un altro acquazzone ci coglie di sorpresa,siamo in aperta campagna e c’è anche un po’ freddo ma io continuo con lo stesso abbigliamento della partenza. Stiamo correndo su dei lastroni di cemento ed all’improvviso Antonio inciampa tra due di essi. Sbraita,si alza come una molla e continua. Iniziamo a rallentare paurosamente ma ormai manca una maratona,”Cosa vuoi che sia una maratona”,mi ripete il siciliano. E’ buio pesto, siamo in un bosco. All’improvviso un urlo ed un tonfo... “E’ caduto il Maestro” ,strillo ad Andrea. Ci fermiamo gli chiediamo se ha qualche problema ma lui sembra voglia rimanere li ma,dopo qualche attimo, riprende.  Arriviamo al centoquarantesimo chilometro ed abbiamo otto minuti di ritardo sulla nostra traccia,manca una mezza maratona. Ormai come obiettivo  abbiamo quello di stare sotto le diciassette ore. Il nostro “timoniere” ci aggiorna sulla situazione indicandoci tutti i passaggi chilometrici e la distanza dal finish line.Per l’ultima  volta,Antonio mi dirà d’andare ma gli farò presente, per farlo contento, che neanche se volessi potrei, essendo senza luce. Entriamo in città le luci della sera s’avviluppano, m’avvicino al mio compagno di gara e gli chiedo se gli fa piacere che Andrea c’anticipi al traguardo,posi la bici e faccia il giro di pista che ci separera’ dal traguardo insieme a noi. “Sei impazzito ? Deve farlo !!!  E’ stato eccezionale.” Chiamo il nostro scudiero ma forse sarebbe meglio definirlo angelo custode e gli dico quello che abbiamo deciso. Lui è contentissimo. Proseguiamo fino a tremila metri dal traguardo,ci fermiamo un attimo diamo quello che non serve alla “bici d’appoggio” e la facciamo andare al traguardo. Ci siamo,usciamo da un ultimo tratto di bosco e c’è lo stadio con al suo fianco il complesso sportivo dove dobbiamo arrivare. Preso dall’euforia non vedo l’ultima segnalazione e proseguo dritto. Una voce da dietro,è Antonio questa volta è lui che mi urla di fermarmi perchè c’è da voltare a sinistra. Mancano duecento metri alla pista e Andrea ci sta aspettando. “Ragazzi andate,è la vostra corsa. Io non ho fatto niente”,ci ripete più di una volta. Lo prendiamo con noi e non lo ascoltiamo. Tallarita urla qualcosa alla moglie emozionata che ci sta aspettando. Faccio l’andatura e dico di forzare un po’.Arriveremo al traguardo in dodicesima posizione col tempo di 16h59’ e così anche la cento miglia di Berlino è in archivio.
Foto di rito ed abbracci. Andrea come se nulla fosse accaduto,come se non avesse fatto duecento chilometri su una bici sgangherata e mai avesse preso due acquazzoni, si defila,prende il mezzo, percorre altri tre chilometri e lo riporta al noleggiatore. Mi aspetterà poi in albergo. Un grande lavoro quello di questa persona,senza di lui sarebbe stato molto più difficile in quanto è impossibile,dato il tracciato, farsi seguire in auto. Siamo ormai al caldo degli spogliatoi,Antonio è seduto e molto provato,la moglie gli sta vicino e lo accudisce. Andiamo a far la doccia,poi il tempo di fare i massaggi e di mangiarmi cinque panini e ritorneremo in albergo. Riposo un pò e al mattino una ricca colazione mi ritempra per uno nuovo giro dalla città e per la premiazione.
In serata controllando un po’ fecebook,leggo...
Pagina facebook : Trail Ultra Italia.
Enrico Vedilei:
Messaggio da Berlino da parte di Antonio Tallarita e dedicato a Ciro Di Palma,con preghiera di pubblicarlo.
“Grazie Ciro... Senza di te sarebbe stata la mia Waterloo. Segno di grande amicizia e rispetto. L’allievo che per ottanta chilometri “coccola” il maestro e lo aiuta ad essere grande,sacrificando un risultato internazionale che sarebbe stato di rilievo. Ringrazio anche Andrea Boni Sforza per aver fatto da assistenza e aiuto morale con una bici noleggiata a Berlino. Che squadra,complimenti a tutti. “
Io la mia gara l’ho vinta così...

Concludo ringraziando:
 Gli Organizzatori,gentilissimi;
Federico Borlenghi,Vito Intini ,Chiara Pitzalis e Vincenzo Tarascio per i loro consigli sulla gara,preziosissimi;
Andrea Boni Sforza, il nostro “angelo custode”, ineguagliabile;
Antonio e Gabriella Tallarita,ormai mi hanno adottato, fantastici.
Tutti gli amici italiani che hanno corso questa edizione della gara,arrivati o no al traguardo, che banda di matti !!!


Voi, se volete fare un giro in una città particolare del centro Europa e volete correre una bella gara,organizzata anche bene, pensate ad  un week-end lungo a Berlino,credetemi ne vale la pena e i costi non sono eccessivi,anzi.

lunedì 12 maggio 2014

1^ Maratona di Rimini : "Metti insieme sei amici..." (dal sito www.clubsupermarathon.it)

1^ Maratona di Rimini :"Metti insieme sei amici..." (dal sito www.clubsupermarathon.it)

1^ Maratona di Rimini : "Metti insieme sei amici..."

Metti insieme sei amici, aggiungi una passione sfrenata per la corsa e la voglia di regalare qualcosa di bello alla città condividendola con tante persone... Si costruisce così, quasi per incanto, la prima edizione della maratona di Rimini che ha visto la sua luce il ventisette aprile. Un successo grandissimo, oltre le più rosee previsioni. Il giusto premio per il lavoro indefesso svolto dagli Organizzatori. Era difficile, ma ci sono riusciti. Bravi. Milletrecento podisti, forse anche più, si sono riversati nella città romagnola. Un fiume di persone che ha colorato d’allegria i quarantaduemilacentonovantacinque metri del percorso, rendendo ancora più frizzante una bella domenica primaverile. Una così massiccia partecipazione a questa kermesse non era del tutto scontata data la concomitanza di tante e prestigiose manifestazioni lungo tutto lo stivale italico e non dimentichiamo un altro fattore importante: la gara prendeva il via due giorni dopo la dura “50 km di Romagna”, ultramaratona che poteva far desistere tanti atleti dal fare la doppietta; invece, numerosi hanno allungato il loro soggiorno per essere presenti a Rimini nel fine settimana che s’approssimava. Un lavoro partito da lontano, quello del C.O. e con i giusti tempi. La creazione di un simpatico logo immesso subito nei social network (idea riuscitissima) che ha creato subito molta curiosità, contatti con sponsor (niente soldi, ma cambio merce), rapporti con Enti locali (Comune, albergatori e ristoratori) con i quali hanno cercato, riuscendovi, di trovare degli accordi che andassero incontro alle esigenze dei maratoneti. Gli amici rivieraschi, inoltre, hanno avuto l’intelligenza di “prendere” il meglio dalle altre maratone e allora ecco il palazzetto dello sport (pacchi gara, deposito borse, spogliatoi e docce), come Reggio Emilia insegna e fa da anni; alcuni ristori posti su entrambi i lati della strada come sarebbe spesso auspicabile in modo da evitare scomodi assembramenti; un ottimo e abbondante ristoro finale fatto di birra a fiumi, pizza e piadina con sarde a volontà. Posso affermare che quando siamo andati via dalla Romagna lo abbiamo fatto a malincuore perché calava il sipario e si spegnevano le luci su un bel week end ma, in tanti, ci siamo ripromessi di tornare a queste latitudini il prossimo anno. Credo che non sarà facile ripetere nel duemilaquindici il successo ottenuto quest’anno, ma ciò non vuol dire che sia impossibile. Gelo, Simone, Luca, Candido, Marco e Mattia sicuramente lavoreranno il doppio per migliorare quello che è un po’ mancato in questa edizione e cioè la viabilità che in alcuni tratti non è stata proprio fluida. Questo dettaglio però non sminuisce in alcun modo il percorso, un bel tracciato che ci ha portato dapprima sul lungomare, poi ci ha indirizzato nella verde campagna circostante e, infine, ci ha fatto ritornare verso il centro città sotto il monumento che caratterizza Rimini: l’Arco d'Augusto. Una nota simpatica sono stati i chilometri segnati non con i classici e anonimi cartelli, ma con delle sedie sdraio da mare. Un ultimo particolare che a me fa capire quando gli Organizzatori non vogliono lucrare sull’evento: ai ristori c’era la Coca Cola e non le sue brutte imitazioni che costano un terzo e valgono ancora meno. La mia gara? Solo il bell’arrivo, mano nella mano, con la mia amica Elena tra due ali di folla festanti. Ho voluto scrivere di una bella maratona, di persone gentili e della simpatia di tutti: Riminesi, Organizzatori e podisti. Sono andato lì per stare con gli amici e trascorrere una bella giornata e tutto ciò è avvenuto. Mi sono fidato di quei ragazzacci degli organizzatori ed ho fatto bene. Arrivederci all’anno prossimo, Rimini. Ad maiora.

domenica 4 maggio 2014

6^ 24 ore di Torino: "Un bel passo in avanti..." .

La ventiquattro ore di Torino di quest’anno aveva molti contenuti racchiusi in quell’anello di millequattrocentoventi metri ricavato nello splendido parco Ruffini. Tutti significati importanti: in primis per gli Organizzatori che dovevano presentare il circuito dove il prossimo anno si svolgerà il campionato mondiale ed europeo della specialità e verificarne l’idoneità delle strutture presenti;in seguito, per i tanti atleti che, anche per la prima volta, si presentavano ai nastri di partenza della gara per voler scoprire il sapore di correre o camminare per un giorno intero. Un senso notevole lo aveva anche per me e la mia squadra, dovevamo confermare che il lavoro svolto negli ultimi otto mesi era a buon punto. Alla fine, il capoluogo sabaudo ha saputo regalare a tutti risposte positive, basi sulle quali fondare un futuro importante.

Sono giunto a Torino il giorno prima della gara in non perfette condizioni fisiche per problemi legati ad un fastidio al tendine d’Achille che mi aveva visto, alla vigilia della corsa, nelle sapienti mani degli specialisti del Ctr di Reggio Emilia. Nella nostra testa però avevamo la convinzione di poter ottenere un buon risultato. Questo non significava assolutamente essere spavaldi, il nostro era un ragionamento semplice: tenevamo la certezza d’aver svolto un'ottima attività nei mesi precedenti combinando palestra, corsa e massaggi. I risultati, poi, alla 12 ore del Tricolore (124,173km) e alla 6 ore di Torino (75,072km), erano i presupposti per fare bene.

Col maestro Tallarita avevamo preparato tutto nei minimi particolari, niente era stato affidato al caso, ci poteva solo fermare una rottura fisica. Eravamo talmente convinti che, alla vigilia della gara, il grande Antonio mi aveva anticipato il numero di chilometri che avrei percorso.

E’ sabato mattina ed il Parco Ruffini si veste a festa. Molto pimpante Enzo Caporaso, organizzatore dell’evento, illustra a tutti quali sono le caratteristiche del percorso e orgogliosamente ripete che proprio su quel tracciato nel 2015 ci saranno i migliori al mondo a sfidarsi in una corsa di un giorno intero. Arrivo molto presto e incontro il Maestro, insieme prepariamo il nostro tavolo con bevande e cibi che serviranno per le gare che di li a poco andremo a cominciare. Ascolto un po’ di musica, come faccio sempre per rilassarmi e quando manca mezz’ora all’inizio mi cambio, preparandomi per la sfida. Una gara non contro qualcuno ma contro me stesso: dovevo dimostrare di essere un atleta di medio-alto livello per ambire a traguardi importanti e, per farlo, non dovevo far altro che rimanere concentrato, svolgere quello che avevamo pianificato ed ascoltare ciò che il mi veniva consigliato dal box, tutto molto semplice. Le gare hanno preso il via alle dieci e sul percorso si notano subito atleti che viaggiano a differenti velocità causa tre gare in essere: Sei ore, Cento chilometri e Ventiquattro ore. Molta gente ad applaudirci sul tracciato e tantissimi accompagnatori muniti di tende e gazebo affollavano ordinatamente il lungo rettilineo del traguardo e passare da li era sempre una gioia. Io sempre regolarissimo, ogni tre giri mi fermavo al ristoro, bevevo e ripartivo... Intanto, il tempo passava e, con Evangelisti e Alzani, ci alternavamo al comando della manifestazione distanziati di pochi metri. Finivano, intanto, le gare della Sei ore e poi della Cento chilometri. Il mio incedere sull’anello era costante e come da tabella, solo che adesso avevo a disposizione anche Tallarita che, avendo finito (quarto) la sua corsa, si poteva dedicare a me al cento per cento; ciò mi rendeva ancor più tranquillo e sempre più carico. Le ore passavano inesorabili, i passi s’alternavano incessanti sull’asfalto e sui visi di alcuni atleti cominciavano a vedersi delle strane smorfie. I fisici iniziavano a sentire la fatica dell’imperturbabile scorrere delle lancette dell’orologio e molti corridori alternavano una camminata veloce alla corsa. Con l’inizio della notte, senza fermarmi, mi sono anche coperto adeguatamente in modo da non accusare i disagi dovuti all’abbassamento della temperatura e all’umidità. Intanto, tra i favoriti, Alzani alzava bandiera bianca e di li a poco anche Evangelisti inizierà a camminare lungo il percorso. Verso la quindicesima ora di corsa perdo la testa della gara, ma per me non c’è alcun problema, la sfida è ancora lunga e poteva presentare ancora molte insidie. Tra la diciassettesima e la diciottesima, col permesso di Antonio, ho fatto una pausa di qualche minuto in modo da poter rilassare un po’ il corpo in tensione. I muscoli però, nonostante la coperta addosso, si sono raffreddati e subito il dolore lancinante al tendine”malato” faceva capolino. La sofferenza era atroce, subito mi era praticato un massaggio e applicato il taping cercando di alleviare il male. Intanto, i minuti trascorrevano inesorabili ed io perdevo tempo prezioso, cosa che a me rodeva perché non facevo i chilometri previsti. Ristabilitomi mentalmente e con molta pace nella mia testa riparto cercando però prima di riscaldarmi un po’. Compio un giro (1420m) camminando, mi passa Paoletti che, vedendomi procedere lentamente,s’affianca e m’incoraggia. Iniziano a recuperare anche il tedesco e lo svedese, ma io sono sempre sereno. Comincio camminando anche il secondo giro, ma a quel punto prendo la decisione di correre col dolore e storto, lo completo ed inizia ad andare meglio. Riprendo il ritmo, il malanno sparisce e la gioia prende il posto della serenità che comunque non avevo mai perso. Ad ogni tornata ripeto ad Antonio che sto dando il massimo e lui mi pone dei traguardi intermedi da raggiungere, così via,via andiamo avanti. Ad un certo punto della notte, quasi all’alba, ad un ennesimo passaggio sul traguardo, il Maestro mi viene incontro, come aveva fatto sempre a tutte le tornate precedenti per pormi i ristori, i tempi, per regalarmi consigli ma,questa volta, vedo una luce diversa sul viso di questa grande persona. Si avvicina e con occhi lucidi dice:”Mi stai facendo emozionare”. Io, che sono molto sensibile, gli rispondo subito: ”Antonio non fare così, io mi emoziono facilmente e, se inizio a piangere, mi fermo qui e non riparto più!“. Ormai è l’alba e mancano quattro ore, corro molto bene ed ho la sensazione che le tantissime persone presenti facciano il tifo per me. Sono libero da condizionamenti e da freni mentali, vado che è un piacere. Vedo il sorriso sul volto di tutti, è molto bello. Tanti atleti mi fanno i complimenti per la mia tenuta di gara e penso ai tanti sacrifici che abbiamo fatto per raggiungere quel momento lì. Stavo dando il massimo ed ero orgoglioso di me e, al contempo, sapevo che anche il Maestro lo era. Allo sparo ormai poco più di qualche minuto e mancano circa quattrocento metri per passare ancora sul traguardo e mettere a terra il cinesino. Faccio un ultimo allungo,sono sul rettilineo finale e vedo che la gente lascia tutto quello che stava facendo, si alza in piedi dalle sedie e mi tributa un’ovazione come se avessi vinto un mondiale. Metto a terra il segnachilometri e cosa vedo? Un mare di persone che corre verso di me per abbracciarmi. Io, tra la folla, cerco Tallarita, gli vado incontro e lo abbraccio dicendogli:” Antonio, grazie e scusami se non abbiamo raggiunto l’obiettivo dei duecentoventi chilometri “. Il saggio siciliano, pronto, ribatte:”Stai tranquillo, hai corso oltre duecentodiciassette chilometri, dato spettacolo, regalato emozioni e fatto una gran gara”. Voglio fermare qui il mio racconto nel momento più bello della ventiquattro ore di Torino.

Concludo facendo alcune considerazioni.

Alla fine sono arrivato quarto, vincere la medaglia di legno non piace mai a nessuno però io sono particolare e va bene anche così. Il risultato raggiunto è grande per come è maturato e sono convinto che faremo meglio. Con i consigli del Maestro e con lui come assistente di gara non posso che progredire. E’ solo questione di tempo. Per la prima volta ho superato i 200 km in una gara di 24 ore e questa la dice lunga su quale potrebbe essere il prossimo risultato. Essere arrivato ai piedi del podio con due stranieri, atleti delle rispettive nazionali, al primo ed al terzo posto, vuol dire essere nei primi posti in Italia e la mia rappresenta la quarta prestazione dell’anno. Quando mi sono affidato ad Antonio l’ho fatto perchè conosco il suo valore sia come uomo sia come atleta. Oggi più di ieri sono convinto che il risultato è vicino. In questi otto mesi ho sempre migliorato i miei personali sia sulla 6 ore che nella 12 ore e adesso anche nella 24 ore. Sono sicuro che sia solo questione di tempo. Il prossimo anno i campionati mondiali ed europei si correranno in Italia e sicuramente sarà un motivo in più per fare ancora meglio. Io ed Antonio ci siamo prefissati un obiettivo e lavoreremo per quello.

Lo scopo di questa gara erano i 220 km, manca poco. I 217,249 km sono un buon punto di partenza. Con questo risultato le mie quotazioni sono aumentate ed in Federazione, spero, che qualcuno mi guardi con un occhio diverso. La mia corsa l’ho vinta, leggendo alcune dichiarazioni rilasciate dal Maestro qualche giorno dopo la manifestazione e che di seguito riporto:”Allenare Ciro è una grossa soddisfazione, in quanto è una persona estremamente rigorosa, metodica e attenta e questo gli permette di cogliere i risultati. E’ un atleta che ha dato molto al mondo dell’ultramaratona e saprà dare ancora di più in futuro. Il suo risultato premia non solo i suoi sacrifici, ma anche una metodologia di allenamento che forse esce dagli standard tradizionali fatti di allenamenti lunghi e impegnativi. Queste gare si fanno con le gambe, ma la testa assume un ruolo fondamentale e su questo Ciro non ha nulla da imparare. Le sue precedenti esperienze podistiche, che hanno dell’incredibile, lo dimostrano. Ha solo bisogno di dosare bene ed al meglio la sua carica energetica, quella che io chiamo “generosità emozionale” ovvero la voglia di dare il meglio quando si sta bene senza pensare che ci sono ancora molte ore di corsa. E su questo stiamo lavorando con la giusta serenità. Ciro è un atleta determinato, in grado di raccogliere risultati eccellenti e sono convinto che alla prossima gara saprà cogliere l’obiettivo”.

Ditemi voi: come posso mai deludere il grande Antonio Tallarita? Qualcuno si chiederà perché lo chiami Maestro, nonostante siamo amici. E’ semplice, nutro una grande ammirazione e un grande rispetto per questa persona sia come uomo che come atleta. Ha messo a mia disposizione il suo sapere rendendomelo facile e mi sta insegnando molte cose.

Termino dicendo che una gara del genere nel proprio animo contiene tante piccole,
grandi storie e a me piace ricordare quella di Paolo (atleta) e di Pupetta (moglie) che ho conosciuto in albergo il giorno prima. Paolo, che in passato aveva avuto qualche problema fisico e di peso, si presentava per la prima volta ad una gara del genere, la moglie vedendo la sua determinazione, la sua voglia, il suo voler regalarsi un sogno, non l’ha sconsigliato, anzi l’ha invogliato, lo ha accompagnato e gli è stata vicino. Hanno fatto questo viaggio di ventiquattro ore insieme. Paolo ad un certo punto camminava, soffriva ma non mollava, Pupetta era li ad aspettarlo ad ogni giro. Uno sguardo,una parola dolce e un incoraggiamento. Questo è amore! Una ventiquattro ore ha molti vincitori, questi straordinari amici sono tra questi.

lunedì 24 marzo 2014

Recordando (6^ edizione) e 2 Memorial Fulvio Albanese. Torino 2014 (Sito Ultramaratonemaratonedintorni.com)

Recordando (6^ edizione) e 2 Memorial Fulvio Albanese.

La mia 6 ore di Torino 2014

Un buon successo ha riscosso, sabato scorso a Torino, la 6^ edizione di Recordando, una manifestazione sapientemente organizzata da “Il giro d’Italia Run”. Gli oltre cinquecento atleti intervenuti hanno dato vita ad una bella giornata di sport, competendo in due distinte gare: 10 km e 6 ore (alla prima edizione) ed hanno contribuito a regalare al capoluogo sabaudo un’altra “medaglia” di cui essere veramente fieri. L’occasione é poi anche servita agli Organizzatori per provare il percorso di 1420 m che sarà teatro di gara del mondiale della 24h il prossimo anno ed ancor di più per verificare l’adeguatezza delle strutture che serviranno agli atleti che nel 2015 arriveranno in Piemonte da tutto il mondo. Per quello che può essere la validità del mio giudizio, promuovo a pieni voti la parte logistica e, fatto salve un paio di curve un pò scomode, anche il percorso che, comunque, si presenta per il novanta per cento ampio e scorrevole. Io hopartecipato alla gara di 6 ore con lo scopo di fare un test per verificare la bontà del percorso intrapreso col Maestro Tallarita, otto mesi fa. Strada che mi ha portato a migliorare sulla distanza delle 12h a ottobre e, adesso, alla luce del risultato di Torino, anche sulla 6h, facendomi entrare nel giro degli atleti tenuti sott’osservazione dai vertici della nazionale della 24 ore. Come faccio sempre, quando si tratta di gare importanti, sono arrivato il giorno prima in terra piemontese in modo da poter riposare bene e giungere fresco alla partenza dell’indomani. Domenica 16 marzo, alle nove mi presento in un parco Ruffini già in fermento per la presenza di molte persone e mi metto alla ricerca di colui che é partito da Reggio Emilia in mattinata per farmi da assistente, Antonio Tallarita. Non sto qui a far capire chi é questo personaggio, per lui parlano il suo curriculum e la sua storia; saperlo al mio fianco é per me prima di tutto un onore e
poi uno stimolo non da poco ed il fatto che io non voglia deluderlo, mi fa dare sempre il 110% negli allenamenti ed in gara. Con bene in mente quello che dovrà essere la gestione della gara, mi reco alla partenza non prima però d’aver salutato tante, tantissime persone che mi onorano della loro amicizia. Ore 10, parte la disputa. Sul giro che inizialmente é più lungo, data la presenza di una miriade d’atleti che partecipavano alla gara più corta, si nota subito chi sono gli atleti che lotteranno per la vittoria nella 10 km e chi farà gara di testa nella sfida più lunga; questo, senza togliere niente a nessuno o glorificare altri, anzi ogni presente ha dato qualcosa per rendere speciale questa giornata di sport. Dopo circa due ore, con la fine della corsa breve, é cambiato anche il percorso e siamo stati riportati sul giro da 1420m. La gara ha già preso la sua piega con i nazionali Evangelisti e Baranzini al comando, seguiti da me e Paoletti un
pò staccati, ma sempre nel vivo della gara. Il mio é un passo regolare e non ho nessun problema, al mio box c’è sempre chi mi consiglia, mi sprona e mi dice i distacchi. Verso la quarta ora di gara, il suggerimento é: “Rallenta!” Obbedisco come fa un pilota di Formula 1 quando parte l’ordine dal “muretto”. Intanto, davanti a me, il forte Baranzini inizia a rallentare leggermente ed io gli recupero un bel pò di metri. Quando mancano soli trenta minuti allo scadere delle sei ore, me lo trovo davanti e non posso non superarlo data l’andatura diversa dalla mia. Intelligentemente si mette in scia, mi controlla e a dieci minuti dallo stop mi ripassa, niente da eccepire. Nel frattempo mi raggiunge anche Paoletti, che per tutta la gara ha corso alternando ritmi infernali a ritmi umani, ci guardiamo e ci capiamo subito, d’altronde ci stimiamo e ci rispettiamo. Corriamo gli ultimi cinque minuti appaiati, aspettando gli spari del fine gara. Allo scadere delle sei ore mettiamo a terra, appaiati, i coni che serviranno poi ai giudici per determinare i metri corsi dopo l’ultimo passaggio sul traguardo e, convinti di una terza posizione a pari merito, ci rechiamo negli spogliato per la doccia. Io sono già convinto d’aver fatto un buona gara ed attendo il responso chilometrico dei giudici di gara per avere il suggello a tutto ciò. Esce il risultato ufficiale: Ciro Di Palma, 3^ classificato con 75,072km; Daniele Baranzini, 2^ classificato con 75,075km; vincitore della 1^ edizione della 6h: Michele Evangelisti con 77,912km. Io sono felicissimo perchè sono andato oltre le previsioni di cinque chilometri, ma nello stesso tempo mi chiedo: “… Ma Paoletti perchè é quarto?” Non riuscivo a spiegarmelo, ma poi, da un’attenta visione dei passaggi registrati dai chip, risultava che io avevo fatto un giro corto in più rispetto al forte amico lombardo. Peccato, mi é dispiaciuto tanto e lui ha accettato con classe e signorilità il responso. Lo conosco bene Nerino, saprà rifarsi ed io sarò il primo a congratularmi con lui. Dopo un pò c’è stata la premiazione ed io ero li, sul gradino più basso del podio, guardavo Tallarita tra il pubblico e lui capiva che in quel preciso istante lo stavo ringraziando. Per me la strada é ancora lunga, però stiamo lavorando bene in previsione della 24h che si terrà sempre lì ad aprile prossimo. Il sogno, che dovrà essere suffragato dai risultati, di una convocazione futura per i mondiali della 24 ore, continua… Non svegliatemi. Concludo scrivendo quello che mi resta nella mente di questa gara: un buon tracciato, un’organizzazione all’altezza, un pò di persone che hanno invaso il percorso anche se avevano niente da spartire con la manifestazione e la mancanza di un cronometro sul traguardo. Nel cuore, invece, indelebile rimane l’abbraccio alla fine con gli amici, “avversari” per sei ore e la stretta con Tallarita. Se oggi posso essere contento d’aver fatto una buona gare e di essermi espresso al meglio, il merito è tutto suo. Grazie Maestro
.

La mia "Recordando" - 6 ore di Torino 2014 (Sito Clubsupermarathon.it)


La mia "Recordando" - 6 ore di Torino 2014

1^ Sei ore di Torino "Recordando" (Sito Podisti.net)

1^ Sei ore di Torino "Recordando" 

1^ Sei ore di Torino "Recordando" (Sito Podistidoc.it)

1^ Sei ore di Torino "Recordando" (Sito Podistidoc.it)

giovedì 13 marzo 2014

Maratona di San Valentino 2014 : Una bel week-end...

Non ero mai stato a Terni per correre la maratona di San Valentino ma quest’anno, complici il mio ruolo di pacer ed il piacere di voler vivere una splendida giornata con tanti,tantissimi amici, ho deciso di partecipare a quella che poi si è rivelata una bella gara. Avevo letto, gli anni scorsi, di un percorso un pò brutto ma di un’organizzazione molto curata;dopo il week end in terra umbra confermo le lodi agli Organizzatori  e devo anche scrivere che il tracciato della corsa è stato molto migliorato rispetto a quello che fu negli anni precedenti. Certo,Terni non è Roma,Firenze,Venezia o Napoli ma ha saputo sfruttare pienamente,valorizzandolo, quello che è il suo territorio. Partenza da Ferentillo, nella Valnerina,piccolo comune che ha la particolarità d’essere diviso in due frazioni dal fiume Nera e che vede l’imponente presenza di due antiche rocche che dominano il paese. Arrivo in piazza della Repubblica in pieno centro città a Terni. Una prima parte di percorso in discesa,un lungo fiume di persone che si è mosso ridente e felice in una cartolina quasi fiabesca che vedeva sullo sfondo: chiese,campanili,rocche che rapivano i sensi,facevano viaggiare la mente e affievolire al tempo stesso il disagio della fatica che aumentava sempre di più col susseguirsi dei chilometri. Una  gradevole domenica resa splendida poi da un sole fantastico. All’improvviso però un boato ha rotto il leggero andare dei podisti : La cascata delle Marmore. Molto suggestivo, particolare e bello questo passaggio dove non pochi atleti si sono fermati per farsi immortalare in questa entusiasmante cornice d’acqua. Si è proseguito poi verso il capoluogo umbro; solo per qualche chilometro (tre o quattro) il percorso è diventato bruttino e col fondo stradale pieno di buche ma tutto ciò è stato veramente insignificante a confronto di tutto quello che questa maratona ci ha saputo dare. Il traguardo nel cuore pulsante della città è stato molto bello, molti cittadini hanno atteso l’arrivo dei podisti regalando a tutti un sorriso ed un caloroso applauso. Alcuni disagi si sono verificati il sabato sera al pasta party,problemi non imputabili agli Organizzatori che,anzi,ci hanno fatto sentire come a casa nostra e che hanno saputo far fronte all’inconveniente ritardando  l’orario di partenza dei pullman verso gli alberghi dove tutti o quasi gli atleti erano alloggiati. Simpatico il giro col trenino alla vigilia del giorno di partenza della kermesse che ha portato tanti di noi in visita alla Basilica di San Valentino. Le docce alla fine della gara erano un pò lontane ma arrivando nel salotto bello della città può verificarsi questo inconveniente ma lo si può anche giustificare. Ristori forniti,puntuali e volontari gentilissimi. Nei numeri buona la partecipazione alla gara regina e alla mezza maratona.Grazie Terni.