martedì 14 dicembre 2010

La "SOLITA" maratona di Reggio Emilia... Questa volta con un'emozione in più.

Cosa ti può lasciare dentro una gara che hai già corso sei volte? Cosa di nuovo può farti provare ancora una manifestazione della quale conosci perfettamente tutto: Percorso,volontari,organizzatori e speaker? Queste sono le due domande che mi son posto subito dopo aver corso la Maratona di Reggio Emilia. La risposta non l’ho trovata nelle parole bensì nella contentezza e nella felicità che albergavano in me. Quando parlo della Maratona della Città del tricolore mi piace tener conto dell’intero week-end perché è dal venerdì sera fino alla domenica pomeriggio che l’ATLETA o meglio la PERSONA che ne veste i panni che diventa il protagonista,il cuore pulsante dell’intero “circo” e come tale viene trattato,coccolato e servito. “Reggio Emilia” ha capito da sempre che chi fa girare il volano della manifestazione è il maratoneta comune,l’uomo normale che vuole sentirsi al centro dell’attenzione,attore principale non semplice comparsa o gallina dalle uova d’oro da spennare come purtroppo accade da tante altre parti dove si pensa molto di più ai top runners,all’immagine e al business. Chi viene a Reggio Emilia lo fa per il gusto di correre e consapevole di trascorrere una bella giornata di sport insieme a tanti altri con i quali ha in comune le stessa passione…LA PASSIONE DELLA CORSA. Chi corre nel capoluogo emiliano,quasi sempre ritorna e lo fa volentieri, questo sono i numeri che “lo dicono” confortando e ringraziando il comitato organizzatore. Quest’anno anche il clima ha voluto essere benevolo; un fine settimana all’insegna del bel tempo e non della nebbia,della pioggia e della neve, come già in passato è stato, ha aiutato tutti: Atleti,accompagnatori,organizzatori ed ha favorito ancora di più la festa e rallegrato gli animi. Sono stato all’expo della maratona sia venerdì sera che sabato pomeriggio,tutto mi è parso ordinato,l’accoglienza fantastica,come al solito, ed il ritiro dei pettorali veloce. Domenica mattina all’interno del palazzetto dello sport, che da qualche anno ospita tutti i servizi,si vedeva l’arrivo ancora di qualche atleta che ritirava il pettorale,tutto un via vai di persone,un flusso comunque ben veicolato dallo speaker che faceva in modo che non si creassero fastidiosi ingorghi. Si potevano usare gli spogliatoi ma quasi tutti adoperavano i gradoni dell’impianto per “cambiarsi d’abito” e poi lasciavano i borsoni sul posto dove poi dei volontari li avrebbero tenuti sotto controllo. Si respirava un’aria di amicizia,io stesso ho avuto modo d’incontrare tantissime persone che avevo conosciuto in precedenti manifestazioni e con le quali ci si era dati appuntamento proprio a Reggio Emilia. Tra di noi si aggiravano Pietro Margini,che, munito di telecamera e microfono intervistava un pò di atleti cercando di carpirgli qualche emozione e Stefano Morselli con la sua fedele macchina fotografica che scattava foto a tutti,fissava i volti ed i gesti degli atleti non sapendo che tra poco la sua apparecchiatura lo avrebbe“lasciato” purtroppo!!!La linea di partenza posta a centocinquanta metri dal palazzo dello sport veniva raggiunta in breve tempo; li, gli atleti che facevano il riscaldamento, i fotografi, gli accompagnatori e gli sbandieratori riempivano l’intera sede stradale. Alle nove in punto il “serpentone umano”si anima… PRENDE IL VIA LA 15^MARATONA DELLA CITTA’ DEL TRICOLORE,un giro attraverso il centro città,il passaggio di nuovo per un saluto sotto il palco della partenza e via verso piazza Tricolore che sancisce l’uscita dalla città. Man mano che passano i chilometri si va verso la collina e così il grigio dei palazzi si trasforma come per magia nei colori tenui di fine autunno. Adesso lo sfondo si colora di verde,di giallo e di marrone,il cielo azzurro ci guarda dall’alto e così la mente ne trae beneficio,si corre in tranquillità. Io con la mia solita bandiera dell’Inter a seguito sono bersaglio,simpatico, di sfottò da parte di tifosi di altre squadre ma questo ci sta e mi diverte sempre. La mia andatura è tranquilla dovendo fare un allenamento,mi fermo a bere a tutti i ristori ed in alcuni mi fermo proprio a chiacchierare,faccio qualche sosta tecnica,diciamo così,ho qualche problema di stomaco ma niente di preoccupante. Intanto molte persone,grazie all’articolo su Correre ed alle foto pubblicate nel numero di novembre mi riconoscono e mi fanno i complimenti, li ringrazio tutti con piacere e gli sorrido anche se questi attestati mi fanno un arrossire. Per tutto il percorso sarà così. La gente ai bordi della strada trasmette calore ,ai ristori pantagruelici che ci sono non manca mai una battuta,un incitamento per tutti,è una festa. Al quarantesimo chilometro raggiungo il mio amico Andrea, mi dice che ha avuto un problema,gli urlo qualcosa che non posso scrivere e lo “porto” con me verso il traguardo. Inizio a preparare il mio solito show col bandierone dell’Inter quando a duecento metri dal traguardo sento una voce dal pubblico che mi chiama,mi giro e vedo la mia nipotina Asia che mi saluta,torno indietro di qualche decina di metri ,la prendo per mano insieme ad Andrea e c’involiamo tutti e tre verso il traguardo. Non vi nascondo che mi sono emozionato tantissimo vedendo questa bambina correre esterrefatta che, guardando avanti ,sorrideva felice come se stesse vivendo in un sogno,tra due ali di folla che applaudivano. ”Come vorrei vedere il mondo con i suoi occhi in questo momento”,mi dicevo ed intanto in un misto di contentezza, pianto e felicità tagliavamo il traguardo. La consegna della medaglia rigorosamente al collo di mia nipote che contentissima se la guardava e la lustrava, mette fine al racconto della giornata e ferma l’immagine che resterà indelebilmente impressa nella mia mente. Scusatemi se riesco ancora ad emozionarmi per così poco e per giunta dopo aver corso più di trenta maratone e qualche ultramaratona ma è più forte di me,vivo di emozioni e quando ne provo oppure ne regalo sono felicissimo. Qualcuno,forse qualche curioso si potrà chiedere in quanto tempo io abbia chiuso la gara,gli rispondo tranquillamente che a me il tempo non interessava assolutamente; doveva essere un allenamento,lo dovevo fare bene e dovevo avere dentro la gioia di correre. Tutto ciò è avvenuto e di questo sono soddisfatto. In questo periodo dove quasi per tutti si chiude l’anno di corse sto “scavando” per porre le fondamenta della stagione prossima. Fondamenta che dovranno essere solide, molto solide. Ci sarà da lavorare,molto da lavorare ma io sono qui e non mi tiro indietro. La Cento chilometri di Seregno da correre in meno di otto ore e la Nove colli sono i due traguardi principali della prossima stagione e meritano rispetto. Il mio sentito ringraziamento va a tutti coloro che hanno fatto di questo dì una bellissima giornata,dal Presidente del comitato organizzatore,a tutti i volontari, fino all’ultimo atleta arrivato al traguardo, io ridico GRAZIE !!!

3 commenti:

  1. L'amico Andrea è stato veramente onorato di sentirsi dire quello che non puoi scrivere perchè lo è stato davvero. Ad ogni modo ora ho trovato un possibile soluzione che proverò questa sera :)

    Riguardo all'arrivo con la tua nipotina ... hai già detto tutto te ... e non hai idea di che bel regalo mi hai fatto arrivando assieme tutti e tre :)

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  2. Sempre un piacere leggere i tuoi post !

    Ciaooo !

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