martedì 10 gennaio 2012

1^ Maratona di Crevalcore: Tutti protagonisti !

Matteo: 20-1 16, parabola dei lavoratori della vigna.
Crevalcore (Bo), ore 15.24.
Da Porta Bologna spunta lo yemenita Salem Mohamed. La macchina dell’organizzazione lo segue, gli spettatori ne applaudono “la corsa” e, nell’aria, la voce dello speaker che lo acclama gli tributa i meritatissimi onori. Taglia il traguardo felice e sorridente, sul suo viso si legge tutta la stanchezza che solo una maratona sa regalare ai propri “figli”. Autografa il manifesto celebrativo della manifestazione e gli scattano qualche foto. “Avrà vinto”, si sarà chiesto qualche ignaro passante. “Sì, ha trionfato”. E’ arrivato al traguardo della regina delle corse su strada, che poi sia stato l’ultimo è solo un piccolissimo ed insignificante dettaglio.
Questo amici miei è stato lo spirito che ha caratterizzato e ammantato la 1^ Maratona della Befana di Crevalcore, “Memorial 7 gennaio 2005”.
Un sogno che avevano in due: Andrea Accorsi e Monica Barchetti, persone straordinarie e allo stesso tempo forti atleti di gare sulle lunghissime distanze. Questo loro desiderio ha iniziato a prendere forma quando dal calendario delle maratone fu cancellata quella del Brembo (bravi gli organizzatori orobici, meglio allestire un ottima half marathon che una maratona, dove, per mancanza di fondi adeguati, non avrebbe potuto offrire degli standard qualitativi di alto livello come da anni ci avevano abituato). La loro fantasia è diventata realtà il 6 gennaio 2012.
Non è stato facile coordinare una manifestazione podistica che prevedeva tante (forse troppe?) gare ma, loro, Andrea e Monica, volevano dare a tutti la possibilità di essere presenti e ci sono riusciti: Bene o male, poi dipende da quale chiave di lettura si voglia dare alla giornata. Allo stesso tempo hanno anche voluto omaggiare il paese dove vivono. Nel giorno della Befana, poi, data la sensibilità che li contraddistingue, non hanno dimenticato i bambini regalandogli le luci della ribalta con delle gare a loro riservate.
Da soli non potevano fare tutto ciò, così si sono avvalsi della collaborazione di Gozzi che è l’organizzatore della “collaudata” Maratona di San Silvestro, il quale, mettendo a disposizione il suo “know how”, ha aiutato e cogestito la preparazione dell’evento. Un gioco di squadra perfetto tra Amministrazione comunale, negozianti e cittadinanza ha fatto il resto.
Il fulcro della kermesse è stato la piazza principale di Crevalcore dov’era posta anche la linea della partenza e del traguardo. Nel raggio di circa trecento metri gli atleti hanno potuto disporre di tutti i servizi: Ritiro pettorali, ritiro pacco gara con consegna del chip, palestra, docce e deposito borse. Anche la pizzeria per il pasta party era in prossimità del centro, un posto caldo dove a scelta si poteva avere una lasagna o una pizza con bibita e caffè. Tutto molto comodo e veloce.
Sono arrivato nella località emiliano-romagnola domenica mattina presto, com’è mia abitudine. Molti atleti già erano presenti sul posto e l’istrionico speaker, Roberto Brighenti, animava come ben gli riesce il paese che lentamente si stava svegliando. Le facce un pò tirate del duo Accorsi-Barchetti, che forse sentivano più di tutti l’evento, stridevano con l’aria di festa che c’era. Non è facile convivere con la spada di Damocle sulla testa, il giudizio di tanti atleti pesa molto quando organizzi una manifestazione e loro tenevano a fare bella figura.
Alle nove e trenta è partita la maratona, gara alla quale ho partecipato. Dopo un piccolo giro in centro (forse un pò troppo scomodo farci passare sulla stretta pista pedonale), la strada ci ha portato verso la periferia. Un percorso abbastanza scorrevole con un cavalcavia ed un ritmo lento mi faceva correre,come sempre,in tranquillità ed allegria.
Ad un certo punto, la corsa, giustamente, è stata fatta passare all’interno del castello dei Ronchi, in realtà un palazzo del 1500 appartenuto ai conti Caprara ed attualmente di proprietà del Comune dal 1985. Questo modo di portare la gara a visitare e a valorizzare le bellezze locali lo trovo molto bello ed educativo.
Il percorso non era completamente chiuso al traffico, però, grazie alla collaborazione tra Carabinieri, Polizia Municipale e Protezione civile, non ho mai avuto la sensazione di pericolo. Di spettatori lungo il tragitto neanche a parlarne, però, ad un certo punto, correre nella solitudine è stato fantastico.
Il circuito da ripetere due volte verso la fine del secondo giro è stato flagellato da un vento freddo fortissimo che ha infastidito e tagliato le gambe a moltissimi atleti. Ho notato dopo la prima tornata che i ristori, sempre abbondanti e ricchi, non erano posizionati in modo rigoroso ogni cinque chilometri, ma, preferendo la praticità alla rigida e magari poco funzionale cadenza sancita dal regolamento, avevano una leggera differenza di distanza.
Lungo il percorso c’era anche lo spugnaggio caldo, cosa che sta prendendo piede in questi ultimi anni e sempre gradita agli atleti specialmente in una giornata fredda Da rivedere secondo me è la fine del primo giro, quando una segnaletica non perfetta poteva indurre allo sbaglio facendo confluire i maratoneti nella corsia di quelli che correvano la mezza.
Alla fine, quando anche l’ultimo atleta è arrivato, le facce degli organizzatori erano più distese. Mi sono congratulato con loro e gli ho chiesto il perché non avessero messo dei bagni chimici per le donne. La risposta mi ha lasciato basito: “Caro Cirinho, in queste piccole manifestazioni, noleggiando i bagni chimici, si rischia di non fare la gara, costano tantissimo!” Perché, allora, invece dei pacchi gara, non forniamo questo servizio agli atleti?
Una cosa bella che ho notato è stata la scarsità di bicchieri di plastica gettati sull’asfalto, bravi amici maratoneti.
Un’idea geniale è stata quella di unire tre manifestazioni: Maratona di San Silvestro, Maratona di Crevalcore e Maratona della Pace sul Lamone in un trittico con premiazioni annesse, il passo in avanti sarebbe se l’anno prossimo facessero anche uno sconto sull’iscrizione a chi partecipa a tutte e tre gare.

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