mercoledì 4 gennaio 2012

L'accoglienza di Calderara ha chiuso il mio 2011.

Col sorriso e la consegna della medaglia di finisher della Maratona di San Silvestro si è chiuso il mio 2011 agonistico. E’ proprio quel viso gioviale e quella onorificenza che premia chi si è sobbarcato i 42,195km di corsa che voglio restino impressi nella mia memoria, tali da poter scacciare i fantasmi di un’annata che sportivamente parlando, non posso che definire fallimentare... Calderara di Reno, una località della periferia bolognese, vede come ogni dicembre lo svolgersi di una manifestazione podistica che attira numerosi atleti da ogni latitudine italica. Una cosa normale, si potrebbe pensare, non tanto però se vediamo in quale giorno vede la luce questa kermesse e cioè il 31 dicembre. Così come nel 43 a.C., Ottaviano Augusto, Marco Emilio Lepido e Marco Antonio, s’incontrarono per stabilire la divisione dei territori appartenenti all’Impero romano, così ogni anno qualche centinaio di podisti o forse più, si riuniscono per spartirsi i circa 3.5km del circuito intorno al centro sportivo Pederzini, dove ha anche sede la Podistica Lippo Calderara, società organizzatrice l’evento.Un percorso tutt’altro che bello, una gara dove “fare il tempo” è difficile visto il “traffico” di atleti, le strade alcune strette e altre con cambi di direzione secchi. Aggiungendo a tutto ciò anche la collocazione nel calendario annuale in un giorno particolare come San Silvestro, una persona si potrebbe chiedere: “Ma cosa ci vado a fare a Calderara, meglio starmene a casa con la famiglia a festeggiare!”. E’ proprio qui, invece, il bello. Guardando bene gli atleti, le loro facce sorridenti e la voglia di stare in compagnia,viene proprio da pensare che quello è proprio il “cuore pulsante del circuito maratonistico”: Infatti, conoscendo poi quasi tutti, sono pochi quelli che vengono per la prima volta, mentre moltissimi sono i ritorni. Un’allegria che si sente nell’aria, si prende come scusa la gara, ma il motivo vero è il ritrovarsi, scambiarsi gli auguri e magari qualche regalo. Un’atmosfera familiare creata da Gozzi che veramente aiuta tutti a trascorrere una bella giornata. Tutto ciò che dico è confermato dal numero degli iscritti che premia chi si dà da fare per allestire la manifestazione.Qui non hai il Colosseo da ammirare, non hai Piazza del Plebiscito da guardare, non c’è Piazza San Marco da contemplare ma c’è chi ti accoglie, ti coccola e ti fa stare bene, cose semplici e fatte col cuore.Due cose sono cambiate rispetto all’anno scorso. La prima, la partenza è stata arretrata di qualche centinaio di metri ma il traguardo è rimasto dov’era e i giri son rimasti sempre gli stessi. A questo punto qualche domanda ai più è sorta: “Era l’anno scorso più corta o quest’anno più lunga? Chi certifica il percorso?” A questi quesiti gradirei che l’Organizzazione rispondesse, magari emettendo un comunicato per chiarire. L’altra diversità è stato il ristoro posto qualche decina di metri prima del traguardo e qui si è compiuto il miracolo... Non ho visto bottigliette o bicchieri per quaranta metri ed ho pensato: “Stiamo migliorando”. L’illusione però è durata poco, perché, subito dopo l’area del cambio delle staffette, la sede stradale era come sempre ricoperta da un manto di plastica. Cari amici perché, come fate sempre ai ristori, non avete buttato a terre le vostre bottigliette sotto il gonfiabile quando potevate fare bella mostra della vostra inciviltà davanti ai giudici, allo speaker e ai numerosi spettatori? Avete avuto paura dei rimproveri? Allora sapete anche che non si fa e quindi siete dei meschini.La gara è iniziata in orario, una splendida giornata ha accompagnato l’evento ed il morale di tutti era alto. Correndo a circuito ho avuto modo di doppiare e magari anche triplicare qualche amico (così come anche a me è successo) ma, i ripetuti incontri, invece di essere tristi perché si subiva “l’onta” del sorpasso, erano sempre fonte di battute, barzellette, foto.Come sempre, ho svolto un buon allenamento lento, mi sono fermato a tutti i ristori non dimenticando mai di ringraziare i volontari per la loro cortesia. Siparietti simpatici quasi ad ogni passaggio dal via con lo speaker Fabio Rossi che aveva una battuta pronta per me, come per tutti . In giro sul percorso come due falchi s’aggiravano i fotografi Antonio e Denise, sempre pronti a fissare con uno scatto i nostri atteggiamenti più strampalati.Alla fine una bella doccia calda all’interno del palazzetto, un buon pasta-party, a proposito, buona l’idea di far dare minimo un euro che andava in beneficenza, però avrei gradito sapere chi andava a beneficiare di questa raccolta, spero anche qui vivamente che l’Organizzatore rendi nota la cifra raccolta e il soggetto beneficiato. Un buon capo tecnico nel pacco gara (ed anche della mia taglia) era l’ultima sorpresa di questa bella e tranquilla giornata bolognese.Per concludere, voglio ringraziare gli amici che ho incontrato a Calderara, veramente tanti, chi m’incitava lungo il percorso e chi, avvicinandomi, mi diceva: “Sai, leggo sempre ciò che scrivi,complimenti.” Grazie a Tutti.


Ps. Se è possibile lungo il percorso mettete dei bagni chimici in modo che anche le atlete in caso di bisogno...

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